Novedrate, ammanchi in posta per 800mila euro: condannato l'ex direttore

Per il 48enne 3 anni e 6 mesi di reclusione per peculato

La posta di Novedrate

La posta di Novedrate

Novedrate (Como), 15 marzo 2019 - Ha nuovamente ammesso di aver prelevato quei soldi, come aveva fatto a suo tempo davanti alla Guardia di finanza, ed è stato condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per peculato. Aurelio Celli, 48 anni di Fino Mornasco, ex direttore dell’ufficio postale di Novedrate, ieri è finito a processo con rito abbreviato, davanti al gup di Como Carlo Cecchetti, accusato di aver effettuato una serie di prelievi per polizze mai sottoscritte, ammanchi dai libretti di risparmio, giri di denaro tra correntisti ignari, che hanno portato a una sparizione complessiva di oltre 835mila euro in quattro anni. 

Soldi sottratti agli investitori che avevano aperto libretti di risparmio alla filiale di Novedrate di Poste Italiane. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore di Como Simona De Salvo, avevano ricostruito i prelievi di decine di migliaia di euro, depositati su libretti e conti facenti capo alle poste di Novedrate, ma per le quali nessuno aveva sporto denuncia. La vicenda era emersa in seguito alle lamentele di alcuni utenti, e a una serie di articoli di giornale, recepiti dalla Procura di Como: l’apertura del fascicolo aveva proceduto d’ufficio, senza necessità di querela di parte.

Erano quindi state disposte le perquisizioni, svolte dalla Guardia di finanza. A fine aprile 2016 Celli si era presentato agli inquirenti, addossandosi l’ammanco e garantendo che stava cercando il modo per risarcire. Le modalità contestate nelle accuse erano differenti: dal singolo prelievo da un libretto di risparmio, fino a condotte proseguite per mesi nei confronti degli stessi investitori. Dal conto di una coppia tra marzo 2012 e agosto 2014, sarebbero spariti 178mila euro, a tre sorelle erano stati prelevati 220mila euro tra dicembre 2012 e febbraio 2016. In alcuni casi il denaro sarebbe stato prelevato dagli stessi investitori, per stipulare polizze che si sono rivelate inesistenti: è il caso dei 35mila euro che una correntista ha creduto di investire in una polizza che non ha mai visto la luce, o dei 129mila euro di una coppia a inizio 2016. L’ultima operazione, da 19mila euro, risale all’aprile 2016. Soldi che, nonostante le intenzioni iniziali, non sono mai stati resi, in quanto sarebbero stati utilizzati per tamponare un’attività commerciale facente capo allo stesso Celli.