Nordafricano gambizzato nel bosco degli spacciatori

Merone, il sindaco Giovanni Vanossi: "Denunciamo sempre la situazione al Tavolo sicurezza della Prefettura. La popolazione adesso ha paura"

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Quando l’hanno trovato, alle 4 a terra in un lago di sangue lungo la strada che da Nobile scende verso l’oasi di Baggero, aveva appena la forza di lamentarsi con un fil di voce. Sono tante le domande a cui dovrà rispondere un 40enne nordafricano ora piantonato all’ospedale di Lecco, a cominciare dal perché qualcuno ha deciso di sparargli alle gambe. Il luogo in cui è stato ritrovato suggerisce la risposta: un regolamento di conti maturato nell’ambito dello spaccio, ma le conferme potrà darle lui una volta che si sarà ripreso. I carabinieri della Compagnia di Cantù, intervenuti nel cuore della notte a supporto dei colleghi di Lurago d’Erba, sono in attesa di verificare la sua identità e se ha precedenti, ma la sua presenza lì a quell’ora lascia pochi dubbi. E’ da tempo che nei boschi tra Nobile e l’oasi agli escursionisti si sono sostituiti i drogati che arrivano qui in treno scendendo alla stazione di Merone. "E’ iniziato tutto con il lockdown della primavera scorsa – ricorda il sindaco di Merone, Giovanni Vanossi –. Scuole chiuse e tanti pendolari hanno smesso di prendere il treno per Milano perché in smartworking".

Ad approfittarne sono stati gli spacciatori che hanno trasformato i boschi tra il paese e Monguzzo nella loro base di spaccio. Il luogo ideale per fare affari senza dare troppo nell’occhio a due passi dalla stazione dove si fermano i treni in arrivo da Milano, Como, Lecco. Un fenomeno che non si è arrestato neppure quando in stazione sono tornati studenti e pendolari, al termine del lockdown. "I nostri strumenti purtroppo sono limitati, più che mandare gli agenti della Locale in stazione e denunciare la gravita della situazione al Tavolo della Sicurezza in prefettura non sappiamo cosa fare – prosegue il sindaco –. Qualcosa nelle ultime settimane si è mosso, Polizia e Carabinieri hanno compiuto dei blitz a Nobile, ma l’altra notte hanno sparato a un uomo e la gente ha paura. Ci dicano cosa possiamo fare, se servono le telecamere siamo pronti a metterle. Tutto pur di non avere più sparatorie". Roberto Canali