Nel “camping dei disperati” sessanta persone da sgomberare

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Non ha concesso deroghe l’amministrazione comunale di Como agli ospiti del campeggio di via Cecilio, dichiarato fuori norma e oggetto di un’ordinanza di chiusura che è stata notificata al proprietario e a tutti gli occupanti. Già ieri sera la struttura sarebbe dovuta essere completamente sgomberata, ma in tanti non hanno lasciato i bungalow anche perché non saprebbero dove trasferirsi. A quanto sembra nel campeggio, che sarebbe dovuto essere chiuso almeno da 5 mesi visto che l’autorizzazione concessa autorizza l’attività di accoglienza da metà aprile fino a metà ottobre, ci sono almeno una sessantina di persone.

Una piccola comunità in difficoltà composta da stranieri, alcuni dei quali senza permesso di soggiorno, che si barcamenano in lavori saltuari, italiani con il reddito di cittadinanza o impieghi precari e anziani con pensioni al minimo. In via Cecilio per ora sono intervenuti i vigili, ma presto potrebbero arrivare gli assistenti sociali che però si occuperanno solo dei comaschi, non più di una decina, mentre agli altri non resterà che chiedere aiuto ai Comuni in cui risiedono. L’ordinanza di sgombero è stata decisa dopo l’incidente del 18 gennaio, quando un 66enne si era sentito male perché intossicato dal monossido di carbonio della caldaia di uno dei bungalow. La successiva ispezione aveva determinato la "carenza dei requisiti igienico sanitari" della struttura. Ro.Ca.