Como, il Consiglio comunale non condanna l'aggressione dei neonazisti

Alla votazione il sindaco si astiene. Fi, Lega e FdI dicono no. Grazia Francescato dell'associazione: "Non ci stupisce"

L'irruzione nella sede di Como senza frontiere

L'irruzione nella sede di Como senza frontiere

Como, 18 gennaio 2018 - Una scelta destinata a scatenare nuove critiche e polemiche la decisione del consiglio comunale di non esprimere solidarietà alla rete Como senza frontiere che lo scorso 28 novembre, nel corso di una riunione, subì un atto intimidatorio da parte del Fronte Veneto Skinheads. Immagini che fecero il giro d’Italia e portarono in città in vertici del Pd e la presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini, nel corso di una manifestazione nazionale indetta lo scorso 10 dicembre. Anche in quel caso il sindaco il sindaco Mario Landriscina decise di non presentarsi, spiegando che non voleva prestarsi a un evento organizzato da un partito politico pur condannando l’aggressione all’associazione. L’altra sera il primo cittadino ha deciso di astenersi, ma a fare scalpore è stata la decisione dei consiglieri di Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia di votare contro la solidarietà a Como senza frontiere.

«La mancata solidarietà della maggioranza di centrodestra, che in questi mesi di amministrazione cittadina ha mostrato in tutti modi di perseguire politiche persecutorie nei confronti delle persone più disagiate al centro dell’attenzione e dell’attività della rete Como senza frontiere, non ci stupisce – spiega Grazia Francescato, portavoce dell’associazione – Al contrario ci preoccupa fortemente e ancora di più dovrebbe preoccupare l’intera città che l’amministrazione cittadina non abbia sentito alcun bisogno di condannare l’attacco ai principi di solidarietà, non violenza, antirazzismo e antifascismo che sono alla base non solo dell’azione delle numerose realtà che si sono coordinate nella rete Como senza frontiere, ma più in generale e in modo dichiarato della Costituzione italiana e dello stesso vivere civile». A poco è servito, secondo gli attivisti di Como senza frontiere, la decisione del sindaco di non votare. «Evidentemente la maggioranza di centrodestra al governo della città di Como reputa questi valori di scarsa importanza».