Mozzate, a processo la banda del mega furto di biciclette

Presero in ostaggio anche il conducente del tir per rubare biciclette per un valore di 208mila euro

L'assalto al tir

L'assalto al tir

Mozzate (Como), 15 maggio 2018 - Processo con giudizio immediato fissato per il prossimo ottobre per i quattro imputati accusati di aver commesso la rapina con sequestro di persona lo scorso 21 luglio alla Anelda di Mozzate. Per M.D.G., 57 anni di Terno d’Isola, il figlio M. , 29 anni, A.L., 46 anni di Milano e G.C.o, 64 anni di Terno d’Isola, i sostituti procuratori di Como Pasquale Addesso e Daniela Moroni hanno chiesto il processo a conclusione delle indagini condotte dai carabinieri di Cantù, che a gennaio avevano portato in carcere i quattro indagati.
 
Leprinetti è accusato di essere l’organizzatore del colpo, e di aver coinvolto C. e due D. G.: la rapina aveva avuto come bottino 180 biciclette del valore di 208mila euro, di proprietà della Specialized Bicycle, e custodite nel deposito della Anelda in via Al Corbè. La banda aveva svolto un sopralluogo la mattina, per poi fare irruzione alle 14.30, con pistole al seguito. Ad agire a Mozzate sarebbero stati i due D.G. e C.. Cinque dipendenti della Anelda e l’autotrasportatore che stava facendo una consegna erano stato immobilizzati e fatti stendere a terra, privati dei telefoni cellulari, e poi obbligati a caricare le biciclette, specificando «quelle più belle», sul camion dell’autotrasportatore.
 
Quest’ultimo era poi stato obbligato a guidare il suo mezzo pesante fino al luogo concordato per la consegna della merce, a Pieve Emanuele, vicino alla Tangenziale Ovest, dove li attendeva L. . Una scienza a cui non aveva assistito, in quanto obbligato a rinchiudersi in cabina per non vedere nulla. Era poi stato liberato a Melegnano, quando era tornato in possesso del camion. Con lui sarebbe andato M.D.G., mentre il figlio M. e C. rimaneva all’Anelda fino alle 15, per impedire agli ostaggi di chiamare aiuto. A quel punto avrebbero raggiunto i complici a Pieve Emanuele. Le indagini erano state condotte dai carabinieri del Reparto Investigativo di Cantù, che a gennaio avevano eseguito le ordinanze di custodia cautelare a carico dei quattro imputati, che si trovano tuttora in carcere. Nei prossimi giorni, potranno scegliere se andare a processo dibattimentale, oppure se fare richiesta di rito abbreviato.