Lago di Como, stretta sulla movida: "Dopo le 23 stop alla musica"

Si rassegnino i turisti e anche gli operatori commerciali che si erano illusi

Meno ore di apertura vuole dire incassi all’ingiù

Meno ore di apertura vuole dire incassi all’ingiù

Como, 22 giugno 2018 - Glamour, ma senza movida a Como che la sera preferisce andare a dormire con le galline. Si rassegnino i turisti e anche gli operatori commerciali che si erano illusi, almeno durante l’estate, di tirare le opere piccole. Il rumore, ma non il baccano, sarà tollerato al massimo fino alle 23 poi tutti a nanna. A decretarlo con una sentenza il Tribunale di Como che si è espresso sul ricorso presentato da un residente in piazza De Gasperi, esasperato perché in estate la gente si fermava a cena sotto le sue finestre fino a dopo mezzanotte.

«Impossibile dormire con quel baccano», ha spiegato attraverso i suoi legali e i giudici alla fine gli hanno dato ragione. Con effetto immediato sulla piazza dovrà scattare il coprifuoco a partire dalle 23, per tutti i giorni della settimana, weekend compreso. Fino a quell’ora i clienti possono rimanere all’aperto, ma senza fare troppo rumore. Vietato diffondere musica, men che meno quella dal vivo, mentre dolce, caffè e ammazzacaffè sarà meglio sorbirli in silenzio per non essere allontanati dal personale dei locali che avranno anche il compito di evitare ogni tipo di assembramento.

Oltre il danno la beffa, verrebbe da dire, per gli esercenti della piazza che già nelle scorse settimane si erano costituiti in fronte comune per evitare che insieme alle serate finissero in sordina anche i loro affari. «Va bene il rispetto dei residenti, ma anche i turisti hanno il diritto di divertirsi e cenare di fronte al lago – erano insorti – le abbiamo tentate tutte per trovare una soluzione, ma non possono chiederci di chiudere i nostri locali perché qualcuno sente chiacchierare sotto le sue finestre. A Como si lavora da maggio a fine settembre, se in estate ci fanno chiudere prima saremo costretti a licenziare metà del personale». Il Tribunale di Como però non ha voluto sentire ragioni. Tra le ragioni dei commercianti e il diritto alla salute dei residenti ha prediletto i secondi. C’è da dire che fino all’ultimo il giudice aveva invitato le parti a trovare un accordo, ma ogni mediazione compresa quella del Comune è saltata. Ai ristoratori e i baristi non rimarrà che presentare appello, ma con i tempi della giustizia italiana se ne riparlerà l’anno prossimo. Questa estate in città sarà senza movida e ieri sera, la notte del solstizio ne è stata la prova: tutti a nanna alle 23 con tanto di vigili a controllare.