Moto da cross scontate “grazie” alle frodi allo Stato italiano

Nei guai Giovanni Angotti. L’ammontare delle truffe ammonterebbe a circa due milioni di euro

A segnalarlo erano stati i legali rappresentati delle società di vendita moto da cross che stavano patendo la sua concorrenza, e che assistevano all’applicazione di una scontistica eccessiva per chi importava e vedeva appoggiandosi a canali commerciali regolari. Ma del tutto sostenibile, secondo le accuse, per Giovanni Angotti, 45 anni di Albiolo, detenuto da ottobre in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare che lo accusa di frode fiscale per un ammontare di circa due milioni di euro. Ipotesi che ora sono state ribadite dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan, nella sua richiesta di rinvio a giudizio per Angotti e per i due collaboratori: Nazareno Piras, 64 anni di Somma Lombardo e Giuseppe Tallarico, 65 anni di Valmorea, che ricoprivano ruolo di amministratori nelle società utilizzate per le frodi. Le indagini, condotte dalla Guardia di finanza di Olgiate Comasco, hanno ricostruito un sistema di vendita di moto da cross tramite una rete di imprese europee, soprattutto tedesche, beneficiando di un sistema di gestione dell’Iva denominato "reverse change": ma nella rivendita ai clienti finali italiani, l’imposta sarebbe stata incassata da Angotti e non versata allo Stato italiano. Questo gli avrebbe consentito di aggirare la normativa fiscale comunitaria, e mettere in vendita sul mercato italiano veicoli nuovi, a prezzi nettamente inferiori a quelli di listino, grazie appunto all’evasione dell’Iva. Per gestire questo sistema, il quarantacinquenne avrebbe appositamente creato società affidate ai prestanome. Pa.Pi.