Non era un malore: 64enne ucciso dal calcio del lama

Como, l’incredibile infortunio che è costato la vita a Mauro Capicchioni, trovato senza vita la mattina del 3 luglio all’interno del recinto di un lama e del suo cucciolo, a cui dava da mangiare

Il 64enne Mauro Capicchioni

Il 64enne Mauro Capicchioni

Montano Lucino (Como), 17 luglio - Insieme all’edilizia, l’agricoltura è uno dei principali settori a rischio infortunio, non solo in Lombardia. E così si è scoperto che un sessantaquattrenne comasco è morto non per un malore, ma a causa di un calcio di un lama del quale doveva prendersi cura. Alla fine del periodo di lockdown sono riprese le attività industriali, ma anche quelle artigianali. Mentre nei campi non ci si è mai fermati. A fine maggio gli incidenti sul lavoro denunciati sono saliti a 8.314, contro i 5.605 di maggio 2020: una crescita del 48%. Analizzando l’andamento del periodo gennaio-maggio 2021, il trend di calo rispetto al 2020 si riduce dal -13,7% del quadrimestre gennaio-aprile al -9,74% per il periodo gennaio-maggio. In venti giorni lavorativi, la curva degli incidenti in Lombardia è risalita rapidamente di 4 punti percentuali. E il problema non si archivia.

Ucciso dall’attacco di un lama del quale si doveva prendere cura per lavoro. È l’ipotesi emersa dalle indagini in corso sul decesso di Mauro Capicchioni, 64 anni di Cernobbio, nel Comasco, trovato senza vita la mattina del 3 luglio all’interno del recinto di un lama e del suo cucciolo, a cui dava da mangiare nella fattoria Valer di Montano Lucino. Ma quello che era apparso inizialmente come un semplice caso di malore, dopo l’autopsia ha assunto una valenza completamente diversa: l’uomo aveva un trauma al petto, causa della sua morte, che potrebbe essere stato causato da un calcio o da una testata violenta sferrata dall’animale.

La ricostruzione di ciò che è avvenuto è ancora in corso, anche con approfondimenti clinici, ma nel frattempo la Procura di Como procede ufficialmente per infortunio sul lavoro. Capicchioni era infatti incaricato di dare da mangiare agli animali, e la sua morte potrebbe risalire al giorno precedente alla scoperta della sua morte, quando era andato alla fattoria per mettere il fieno nella gabbia. Viveva da solo, nessuno si è accorto del suo mancato rientro a casa venerdì sera. Inoltre l’uomo aveva segni sul braccio simili a morsi: anche su questo sono in corso approfondimenti, ma potrebbero corrispondere a un tentativo dell’animale di trascinare il corpo. Al lavoro, oltre ai carabinieri di Lurate Caccivio, c’è il personale di Ats Insubria, che da un lato sta cercando di ricostruire l’accaduto e il contesto professionale in cui è avvenuto, le sue mansioni e le modalità con cui venivano svolte, dall’altro sta valutando il grado di aggressività dell’animale. È infatti importante capire come Capicchioni si sia approcciato all’animale, e cosa possa aver scatenato l’aggressione da parte della madre con il cucciolo. Il lama, la cui altezza arriva a sfiorare i due metri, per due quintali di peso, in Sudamerica è considerato un animale domestico al pari di cavalli o animali simili, e generalmente è molto mansueto, mai aggressivo.