Morta in casa da un anno: il figlio ritirava la sua pensione

Como, deve rispondere di occultamento di cadavere

La donna fu trovata morta il 2 giugno scorso. Il decesso risaliva a un anno prima

La donna fu trovata morta il 2 giugno scorso. Il decesso risaliva a un anno prima

Como, 9 novembre 2020 - Luisa Tettamanti era stata ritrovata adagiata nel suo letto il 2 giugno scorso. Morta da circa un anno nella sua abitazione di Muggiò, per cause naturali, a 82 anni. Il corpo era quasi completamente consumato, e il volto ormai irriconoscibile, ma il medico legale Giovanni Scola, incaricato di svolgere l’autopsia, era riuscito a circoscrivere l’epoca del decesso, e a stabilire che la donna era stata vittima di un malore durante il sonno, come avevano suggerito anche le condizioni in cui si trovava: stesa sotto le coperte, con indosso abbigliamento da notte, e senza nessun segno di violenza. Ma della sua morte, per dieci mesi nessuno era stato avvisato, così il sostituto procuratore Antonia Pavan aveva avviato un’indagine per capire meglio le condizioni in cui viveva l’anziana donna. Arrivando ora ad accusare il figlio, 59 anni, di occultamento di cadavere e di aver indebitamente incassato la pensione della madre, per un totale di circa 16mila euro. Per arrivare a questa conclusione, la Procura ha disposto una serie di accertamenti, partendo da quelli patrimoniali a carico appunto del figlio. Sono inoltre state raccolte testimonianze, come quelle dei vicini di casa e dei conoscenti, tutti convinti che la pensionata si fosse trasferita in una casa di riposo. Ma l’affitto veniva ancora pagato ogni mese, con perfetta regolarità.

A gestire la locazione dell’appartamento in cui la Tettamanti viveva da sola, era il figlio. Fino al tardo pomeriggio del 2 giugno, quando l’ex nuora, in occasione di una temporanea assenza del suo ex marito, aveva deciso di far visita all’anziana, utilizzando le chiavi di casa che aveva conservato. Quando era entrata nell’abitazione, si era così trovata davanti alla salma dell’ottantenne, e aveva chiamato la polizia. Per quanto, fin da subito, fosse emerso che le cause di quel decesso fossero naturali, la Procura aveva deciso di capire il motivo per cui quel decesso era stato tenuto nascosto per mesi. Porte e finestre erano chiuse dall’interno, l’appartamento in ordine, gli abiti indossati con cura: la polizia non aveva notato nulla di anomalo, se non quella condizione di abbandono estremo, di una casa in cui ormai si era depositata polvere ovunque e formate ragnatele. Una situazione che aveva comunque reso necessario l’intervento della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile, per procedere a una serie di doverosi accertamenti.

L’ipotesi, contestata ora nell’avviso di conclusione delle indagini, è che l’uomo abbia volutamente tenuto nascosto il cadavere della madre, accampando man mano scuse per non fare entrare mai nessuno, comprese le proprietarie di casa e il parroco. Con il fine di poter disporre della pensione che ogni mese veniva erogata dall’Inps sul conto corrente cointestato. Tra inizio agosto e maggio di quest’anno, mese a cui risale l’ultimo accredito, da quel conto sarebbero transitati oltre 16mila euro. Ora la parola passa alla difesa secondo cui si è trattata di una storia di dolore e incapacità di gestire la perdita della madre. L’indagato potrà chiedere un inte rrogatorio o depositare una memoria difensiva per spiegare le sue ragioni.