Montano Lucino, operaio "assassinato" dal lama a cui dava da mangiare ogni giorno

Secondo il medico legale Mauro Capicchioni fu colpito e calpestato da uno degli animali che accudiva

Un lama (Archivio)

Un lama (Archivio)

Montano Lucino - La mattina del 3 luglio dello scorso anno, Mauro Capicchioni era stato trovato senza vita all’interno del recinto di tre lama e di un cucciolo, a cui dava da mangiare nella fattoria Valer di Montano Lucino. L’uomo, 64 anni di Cernobbio, era incaricato di dare da mangiare agli animali, e abitualmente entrava nelle recinzioni senza alcun timore, soprattutto nel casi di animali mansueti come appunto il lama. La prima ipotesi di malore, aveva lasciato spazio a un possibile ferimento della vittima causato dall’animale, quando erano state notate alcune ferite al petto. Ora, a conclusione della indagini e basandosi sull’esito dell’autopsia, la Procura di Como accusa di omicidio colposo derivante da infortunio sul lavoro, i tre soci e amministratori dell’agriturismo in cui è avvenuto l’incidente, dove Capicchioni lavorava come operaio.

In qualità di responsabili della sicurezza, non avrebbero valutato i possibili rischi a cui il lavoratore sarebbe potuto andare incontro, e nemmeno previsto una serie di protezione da adottare nelle situazioni di rischio di esposizione a urti e aggressioni di animali, come testate o morsi, a cui era esposta la vittima, soprattutto mentre svolgeva le sue mansioni da solo, come quella sera. Viene inoltre contestata l’assenza di sistemi di emergenza come un allarme acustico o la predisposizione di vie di fuga. Così l’uomo sarebbe stato aggredito dal maschio, che lo avrebbe colpito e calpestato causandogli ferite ai polsi e a un ginocchio, ma soprattutto una emorragia polmonare. Un insieme di lesioni che, secondo il medico legale, ha provocato un collasso generale.