Anziana morta nell'incendio in casa. Il giallo: porta chiusa dall'esterno

Accertamenti sulla dinamica dell’incidente fatale a pensionata

La donna è morta al Centro Grandi ustionati dell'ospedale di Niguarda

La donna è morta al Centro Grandi ustionati dell'ospedale di Niguarda

Como, 2 agosto 2016 - Nella tragedia che ha provocato la morte di Mirella Tettamanti, la donna di 75 anni intrappolata nel rogo del suo appartamento sabato mattina, c’è un aspetto che più di ogni altro deve ancora essere chiarito. In quella casa popolare messa sotto sequestro, il magistrato di turno della Procura di Como, Daniela Moroni, ha incaricato gli inquirenti di verificare se la porta era stata chiusa dall’esterno. Un’ipotesi tutt’altro che remota, scaturita dalle segnalazioni di alcuni vicini di casa, secondo i quali le persone che andavano a far visita alla donna per assisterla, dalla figlia fino alla badante che si occupava di lei un’ora al giorno, pare avessero l’abitudine di chiudere la porta dall’esterno, per evitare che l’anziana donna uscisse di casa fuori controllo, e andasse incontro a incidenti o stati confusionali. Sulle cause del rogo, che saranno ufficializzate dalla relazione tecnica dei vigili del fuoco, pare non ci siano dubbi: sarebbe infatti scaturito da un mozzicone di sigaretta accesa dalla stessa pensionata, fumatrice, che accanto al divano da cui è divampato l’incendio, e su cui era lei stessa seduta, aveva lasciato un posacenere.

Altre cause di innesco non sono state trovate, ma ora bisognerà cercare di ricostruire cosa abbia fatto la vittima da quando il fumo ha iniziato a propagarsi, fino all’intervento dei vicini di casa, che hanno tentato invano di salvarla entrando dal balcone, al primo piano rialzato della palazzina delle case popolari di via Spartaco. Infatti, quando l’incendio è stato percepito all’esterno, era già molto diffuso all’interno dell’appartamento, ma soprattutto le fiamme avevano gravemente ustionato la donna, ricoverata a Niguarda e sopravvissuta meno di ventiquattro ore a quelle gravissime lesioni. Non si sa se abbia cercato di chiamare aiuto, se abbia tentato di uscire o se, al contrario, il fumo le abbia fatto perdere i sensi fin da subito. Il primo a soccorrerla, un vicino della palazzina accanto, l’ha trovata accasciata a terra in un angolo, vicino al balcone. Domande alle quali potrà rispondere anche l’autopsia, disposta dal magistrato assieme agli altri accertamenti.