Il Como in lutto: è morto Mino Favini, il più grande talent scout del calcio italiano

Il suo quartiere generale era Orsenigo. Il primo vero colpo fu Marco Tardelli, notato nelle giovanili del Pisa, poi a ruota arrivarono Scanziani, Fontolan e Vierchowod

Mino Favini

Mino Favini

Como, 24 aprile 2019 - È scomparso all’età di 83 anni, Mino Favini il più grande talent scout del calcio giovanile italiano, che ha guidato il settore giovanile del Como negli anni ottanta. Anche come giocatore ha vestito la maglia azzurra in tre stagioni dal 1954 al 1957, totalizzando 57 presenze e realizzando 5 reti. Arcigno centrocampista ha proseguito la sua carriera nel Brescia e nell’Atalanta.

Nato a Meda il 2 febbraio del 1936, di nome faceva Fermo, ma per tutti era Mino, il « Guru» del calcio giovanile italiano. Iniziò come allenatore nel 1970 nelle giovanili della Reggiana, ma dalla stagione 1971 1972 approdò a Como, portato dal Presidente Alfredo Tragni anche lui di Meda, per sviluppare in modo professionale il settore giovanile lariano. Per prima cosa Favini portò le squadre del settore da tre a cinque, poi insieme al Direttore Sportivo Giancarlo Beltrami, costruì una speciale struttura di osservatori sul campo, che arrivò negli anni ottanta ad avere 250 osservatori in tutta Italia. Non c’era giovane di buone qualità sul territorio nazionale, che non veniva visionato dal Como. 

Il suo quartiere generale era a Orsenigo, appositamente realizzato per sviluppare il progetto sui giovani, ma costruì anche una succursale a Milano per evitare che i giovani migliori finissero a Inter e Milan. Il primo vero colpo fu Marco Tardelli, notato nelle giovanili del Pisa, poi a ruota arrivarono Scanziani, Fontolan e Vierchowod, notati in squadre minori della Lombardia. Questi giovani trascinarono il Como in serie A, nel 1975 1976 e nel 1980 1981, in questo periodo Favini cambiò strategia cercando di non andare più a prendere giocatori giovani in altre società, ma di costruirli direttamente a Orsenigo. Per prima cosa formò un gruppo di allenatori, con la sua stessa filosofia come Massola, Rustignoli, Ostinelli, Tosetti, specializzati nella formazione dei giocatori fra i 12 e i 14 anni. In quegli anni costruirono grandi campioni come Borgonovo, Matteoli, Galia, Fusi, Invernizzi, Braglia, Todesco, Maccoppi, Notaristefano e tanti altri che vestirono le più prestigiose maglie della serie A e della nazionale. A fine della stagione 1989 1900, con il ritorno in B del Como e l’abbandono del presidente Benito Gattei, lasciò il Como per andare all’Atalanta a costruire altri grandi campioni.