Mercato immobiliare Pesa il terremoto Covid

Il 2020 è stato archiviato con un calo del 7% ma la casa attrae ancora. Mirko Bargolini: "La pandemia ha cambiato abitudini e stili di vita"

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di Roberto Canali

Ha avuto l’effetto di un terremoto il Covid 19 sull’andamento del mercato immobiliare e la provincia di Como da questo punto di vista non rappresenta un’eccezione.

"La pandemia ha cambiato abitudini e stili di vita – conferma Mirko Bargolini, presidente di Fimaa Como che raccoglie gli agenti immobiliari di Confcommercio – Il boom dello smart working ha reso sempre più urgente il bisogno di nuovi spazi: la casa è diventata un luogo in cui vivere, lavorare, distrarsi e muoversi. Prima del lockdown eravamo schiavi del tempo e padroni degli spazi, poi da un giorno all’altro ci siamo trovati proiettati nella situazione opposta".

Le nuove esigenze hanno contribuito a mutare le richieste dal punto di vista del mercato, le famiglie in particolare hanno rivalutato case più grandi, magari se con una stanza per ognuno dei figli, meglio se munite di giardino o terrazzo in caso di soluzioni in condominio. "Dopo anni di scarsa richiesta per il residenziale – prosegue Bargolini – anche in provincia sono arrivati segnali positivi per le nuove costruzioni, con piccole variazioni in aumento per i prezzi. Per quanto riguarda l’usato c’è buon interesse a Como e in provincia, ma chi compra in questo caso cerca il risparmio".

Le zone più penalizzate in termini di compravendita sono state quelle dell’Alto Lario, Campione d’Italia, la zona del primo bacino del lago mentre hanno tenuto bene l’Olgiatese e il Ceresio. Nonostante segnali di ripresa nell’ultima fase dell’anno il 2020 è stato un anno all’insegna del segno meno. Nel corso del primo semestre si è registrato un calo delle compravendite pari al 20% rispetto al 2019 che per molti versi era stato un anno di ripresa. "Fortunatamente, nel secondo semestre, nonostante la pandemia c’è stata una ripresa che ha portato a un recupero delle compravendite che ha permesso di recuperare, almeno in parte, le perdite accumulate durante il lockdown".

Alla fine il 2020 è stato archiviato con un calo del 7%. "La casa attrae ancora e resta un obbiettivo sempre ambito – sottolinea Claudio Zanetti, responsabile del Borsino Immobiliare – Purtroppo per le agenzie non sono sempre rose e fiori, il 30% dei nostri associati segnala un calo di fatturato, in diversi casi molto consistente. La causa principale, a parte le conseguenze del lockdown sulla conclusione delle trattative e dei rogiti, va cercata nelle crisi del turismo che ha colpito il mercato delle seconde case e degli affitti per le vacanze".