"Meno neve sotto i 2mila metri Non sprecate il denaro di tutti"

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Prosegue la mobilitazione contro la trasformazione in stazione sciistica del Monte San Primo, progetto della Comunità Montana e del Comune di Bellagio che gode dell’avallo della Regione e degli Interni, pronti a garantire una dote cospicua grazie ai fondi per l’antincendio boschivo. In tutto oltre 5 milioni che dovrebbe assicurare lo sviluppo turistico della cima, ma che fa inorridire gli ambientalisti.

Con loro si schiera il climatologo Luca Mercalli, volto noto della tv: "Ma allora noi climatologi non serviamo a niente – interviene – Da trent’anni climatologi e nivologi studiano l’innevamento alpino e lo vedono diminuire. Fa più caldo, la quota della neve si alza e il numero di giorni con suolo innevato si abbassa: abbiamo perso in meno di un secolo circa 15 giorni di innevamento. I colleghi delle università e degli enti di ricerca lo dicono in tutti i modi: il riscaldamento globale renderà sempre più frammentario e intermittente l’innevamento sotto i 2.000 metri, sconsigliando nuovi investimenti in impianti sciistici, anche con innevamento programmato, che ha comunque bisogno di acqua, di freddo e di energia, tutti elementi non scontati". Una voce che si aggiunge a quella dei volontari del Circolo Ambiente “Ilaria Alpi“ e di altre 19 associazioni, comprese Legambiente, Lipu e Cai. "Mi chiedo a cosa servano i nostri avvertimenti e ricerche – conclude Mercalli – se le Amministrazioni pubbliche utilizzano il denaro di tutti per progetti di sviluppo di comprensori sciistici a bassa quota quando persino al Plateau Rosa, a 3.500 metri, si annullano le gare di Coppa del mondo perché manca la neve".

Roberto Canali