Mariano Comense, incendio alla discarica: "Che cosa stiamo respirando?"

Attesi i campionamenti dell’Arpa dopo il rogo

Incendio alla discarica di Mariano Comense

Incendio alla discarica di Mariano Comense

Como, 27 marzo 2019 - L'incendio scoppiato lunedì pomeriggio all’interno della discarica di Mariano Comense, sembra essere sotto controllo. Dopo aver lavorato tutta notte, i vigili del fuoco ieri hanno proseguito la loro opera per individuare i singoli focolai, non ancora esauriti, nella massa di materiali carbonizzati. Ma la gestione di ieri è stata molto meno complicata, soprattutto grazie all’assenza di vento. Tuttavia ci vorranno alcuni giorni per domare completamente le fiamme ed evitare che scoppino altri focolai, anche in considerazione che la discarica sorge vicino all’abitato e a una zona boschiva, che lunedì è stata intaccata.Gli accertamenti sulla causa del rogo sono ancora in corso, ma tendenzialmente viene ormai considerato un fatto di natura accidentale.

La discarica, secondo Regione Lombardia, sarebbe in fase conclusiva di attività, con la cessazione dei conferimenti prevista nell’arco di una ventina di giorni. L’attenzione è ora concentrata sulla qualità dell’aria. Ieri mattina è stato prelevato il primo filtro dal campionatore ad alto volume per il monitoraggio di microinquinanti. «Per il risultato – spiega Arpa Lombardia - servono 72 ore, perché sono analisi complicate. Poi ulteriori 24 ore per il monitoraggio». All’interno della discarica di via del Raddizzone, sono bruciati rifiuti misti. «Quando siamo arrivati sul posto – prosegue - abbiamo fatto i primi rilievi», accertamenti che hanno consentito di escludere criticità significative, come la presenza di sostanze altamente tossiche. «Ora – conclude - si tratta di vedere l’andamento delle diossine: tipicamente c’è un picco nella fase acuta dell’incendio poi si abbassa repentinamente».

Oggi l’Arpa deciderà se proseguire con un ulteriore campionamento. «Siamo difronte ad un disastro ambientale dettato ancora una volta da una gestione dei rifiuti insostenibile - dichiara Antonello Dell’Orto, del direttivo del circolo di Legambiente Seregno -. Troppo spesso in Brianza assistiamo a miasmi, fumate nere e odore di materiali plastici bruciati: chiediamo maggiori controlli. Non vorremmo che le discariche venissero consideraste al pari di capannoni industriali, che abbiamo già assistito bruciare nei mesi scorsi, diventati luoghi di stoccaggio di materiali che non si sa dove conferire. Serve una gestione più oculata dei rifiuti, in particolare quelli plastici». Aggiunge inoltre il presidente di Legambiente Lombardia, Barbara Meggetto, che è necessario «uno sforzo ulteriore da parte dell’autorità giudiziaria e di controllo, per comprendere se esiste un filo conduttore tra tutti questi casi».