Tragico investimento a Magreglio: morto il padre, la figlia lotta per la vita

Si indaga sul drammatico incidente in cui ha perso la vita Cosimo Damiano Maffettone, finito nel Lambro. La figlia è in prognosi riservata a Lecco

L’intervento dei vigili del fuoco dopo che padre e figlia sono stati travolti (Cusa)

L’intervento dei vigili del fuoco dopo che padre e figlia sono stati travolti (Cusa)

Magreglio (Como), 29 ottobre 2019 - Oltre ventiquattro ore dopo il tragico incidente in cui ha perso il padre, sono ancora gravi e stabili le condizioni di Maria Maffettone, la donna di 44 anni investita da un’auto nel primo pomeriggio di domenica. Ricoverata all’ospedale di Lecco, dove è stata trasportata in elisoccorso, è stata trasferita nel reparto di Neurochirurgia, dove i medici mantengono la prognosi riservata. L’incidente è avvenuto verso le 14.30, quando stava camminando lungo la provinciale tra Barni e Magreglio, assieme al padre, Cosimo Damiano Maffettone, 68 anni, entrambi di Magreglio. Sono stati improvvisamente investiti da una Audi A3 guidata da un uomo di 45 anni di Sesto San Giovanni, che viaggiava assieme alla moglie di 43 anni e ai due figli piccoli, una bimba di 9 anni e un maschietto di 6. Il sessantottenne è stato sbalzato con violenza, ha sfondato il cruscotto dell’auto ed è caduto nel fossato che costeggia la strada, finendo nel letto del Lambro.

Un urto violentissimo, le cui conseguenze non gli hanno lasciato scampo: quando i soccorritori del 118 lo hanno raggiunto, per lui non si poteva fare più nulla. Il medico ne ha constatata la morte, e ha lasciato che i vigili del fuoco di Canzo ed Erba, si calassero nel letto del torrente per recuperare Maffettone. La figlia, urtata nello stesso istante, è rimasta invece sulla strada, adagiata sull’asfalto. Era in gravi condizioni, ma il medico l’ha stabilizzata e affidata alle cure del personale dell’elisoccorso, che l’ha portata a Lecco. Viene tenuta sedata, in attesa che i medici valutino come sta reagendo alle cure di emergenza a cui è stata sottoposta in queste prime ore.

Ancora non si sbilanciano sulle sue condizioni, ritenendo prematuro fare qualsiasi tipo di valutazione. I carabinieri di Asso sono immediatamente intervenuti per ricostruire l’accaduto, e per capire come fosse avvenuto l’investimento: il conducente dell’auto, non ha saputo spiegare come sia potuto accadere, come abbia perso il controllo, mentre viaggiava assieme alla sua famiglia. I suoi stessi familiari hanno avuto bisogno di assistenza medica, soprattutto per lo spavento vissuto in quei pochi attimi. Dare una spiegazione a questa tragedia, sarà il compito delle indagini e degli accertamenti tecnici, tra cui l’autopsia e i rilievi dei carabinieri messi a disposizione della Procura di Como.

Non ci sono invece novità sulle indagini relative a un altro grave incidente, avvenuto domenica 20 ottobre all’alba, costato la vita a Gaetano Banfi, il ventiduenne travolto e ucciso in via Clemente XII. Venerdì mattina, alla parrocchia di Rebbio, si sono svolti i suoi funerali, a cui hanno partecipato la madre, con cui il ragazzo era cresciuto e con cui viveva tuttora, e tanti amici. La Squadra Mobile della Questura, sta lavorando per identificare tutte le auto che sono passate dalla rampa alla fine della Pasquale Paoli tra il 5.15 e le 5.40 di domenica. L’autopsia ha stabilito che il ragazzo era steso a terra quando è stato ferito da un veicolo che lo ha schiacciato provocandogli una grossa ferita alla testa: un tratto di str ada buio e senza marciapiede, nel quale era arrivato girovagando per oltre un’ora. La ragazza con cui aveva passato la serata lo aveva lasciato a Camerlata poco dopo le 4: da qui, Gaetano si era diretto a piedi verso via Spartaco, ma non aveva con sé le chiavi, dimenticate a casa come gli capitava spesso. È molto probabile che abbia quindi deciso di gironzolare ancora un po’, per non suonare il campanello in un orario che avrebbe potuto allarmare la madre. Il suo tragitto lungo via Paoli, tra le 4 e le 5.15, è stato ricostruito guardando tutte le telecamere presenti in quella zona, le stesse che ora gli investigatori stanno analizzando per identificare le auto transitate.