Mafia, le mani nel sistema dei rifiuti

Si torna a parlare dell’impianto di Como anche nell’operazione che ha portato all’arresto di Paolo Efrem. .

Paolo Efrem

Paolo Efrem

Estorsione e false fatture emesse per operazioni inesistenti, il tutto aggravato dall’utilizzo del metodo mafioso che per anni ha caratterizzato le attività criminali della locale ‘ndranghetista di Legnano-Lonate Pozzolo: sono queste le imputazioni che hanno portato, ieri mattina, all’arresto di cinque persone, tra cui lo stesso capo della locale e un consigliere di Busto Arsizio, Paolo Efrem. Ma quest’ultima indagine, è una diretta prosecuzione della precedente operazione che aveva permesso di ricostruire come la Smr Ecologia, società operante nel settore del trasporto e del trattamento di rifiuti attraverso l’impianto di smaltimento nel comune di Como (La Guzza, in zona Pedemontana), abbia subito per un lungo periodo l’infiltrazione da parte di soggetti legati alla cosca di Legnano-Lonate Pozzolo. In particolare, questa nuova tranche di indagine avrebbe accertato che la Smr Ecologia, ha subito per lungo tempo "l’infiltrazione da parte di soggetti legati alla locale di Legnano-Lonate Pozzolo", tra Milano e il Varesotto. L’imprenditore della Smr ha scelto poi di collaborare con gli inquirenti, dopo essere stato arrestato, e ciò ha permesso di "ricostruire il contesto estorsivo" che viene oggi contestato. Tra il 2014 e il 2018 l’imprenditore, come spiega il gip, "è stato costretto ad erogare utilità di vario tipo": soldi ma anche "assunzioni di personale" per la cosca.