2009-10-31
— TURATE —
UNA LETTERA scritta a penna consegnata a mano a casa di Leonardo Carioni, contente un solo proiettile di pistola assieme alle minacce alla famiglia. Tutto è ora nelle mani dei carabinieri del Reparti investigativo di Como, che hanno repertato il proiettile in attesa di inviarlo ai Ris di Parma per tutte le comparazioni necessarie, che vanno dall’accertamento del calibro ad altre verifiche di routine. La denuncia, presa giovedì sera, è stata trasmessa alla Procura di Como per l’assegnazione a un magistrato e l’apertura di un fascicolo che potrebbe ipotizzare i reati di minacce e tentata estorsione: forse già oggi verbale e reperti potrebbero arrivare a Palazzo di Giustizia, ma sembra che i margini su cui lavorare non siano moltissimi. Dal punto di vista degli accertamenti, gli unici aspetti che è possibile verificare sono da un lato la presenza di impronte digitali sulla lettera o sul proiettile, dall’altro la ricerca di eventuali testimoni che possano aver visto qualcuno avvicinarsi all’abitazione di Carioni e introdurre la lettera nella cassetta della posta.

MANDARLA per posta avrebbe infatti esposto la missiva a una serie di rischi: che il contenuto venisse intercettato, che la lettera impiegasse un tempo eccessivo ad arrivare o, anche peggio, che non arrivasse mai, trasformando una minaccia fatta con intenzioni serie in un tentativo fantozziano. La modalità della richiesta è comunque abbastanza anomala rispetto alle abitudini estorsive di chi ha sviluppato un minimo di professionalità da questo punto di vista, e non si comprende come sarebbe proseguita ulteriormente una minaccia che si è annunciata in modo così plateale. «Preparaci 200mila euro o ammazziamo tua moglie e i tuoi figli»: a fronte di una richiesta così chiassosa, risulta difficile ipotizzare come l’ignoto estorsore pensava di incassare il denaro, ammesso che ci sarebbe stata risposta tale da accordare le sue richieste. Con altre lettere? Con un appuntamento telefonico? Con la certezza di un suo silenzio non intimato né esplicitamente richiesto? Il ragionamento andrebbe fatto piuttosto sul vero fine di tale minaccia, che forse non era tanto quello di incassare 200mila euro che non sarebbero mai arrivati, quanto di attirare l’attenzione su qualcos’altro.

IN OGNI CASO la denuncia presentata ai carabinieri dal Presidente di Villa Saporiti e commissario provinciale della Lega Nord, dovrebbe aver chiuso il capitolo.
Sono i dettagli che emergono attorno alle minacce di cui è stato oggetto il numero uno di Villa Saporiti, che è anche sindaco di Turate, presidente dell’Unione province lombarde e commissario provinciale del partito, oltre a sedere nei cda di Autostrada Pedemontana spa e della Soge, la società di gestione dell’Expo 2015. Carioni dice di non avere ipotesi «a cui ricondurre un gesto simile», ma anche di non «avere alcuna idea su chi possa essere l’autore della missiva. Spero solo si tratti di un atto fine a se stesso», compiuto magari «da qualche testa calda». Carioni più che preoccupato si dice «arrabbiato perché è stata attaccata la mia famiglia». Continuano nel frattempo gli attestati di solidarietà bipartisan nei confronti di Carioni. Un vero e proprio coro unanime di condanna e vicinanza all’esponente di spicco nel Comasco della Lega Nord.
Paola Pioppi
Corrado Cattaneo