Lipomo, puntava sui cavalli senza versare i soldi: sottratti 200mila euro

Amico del tabaccaio, usava in modo autonomo il terminale e stampava schedine delle scommesse in numero superiore rispetto a quelle che effettivamente pagava

Terminale Lottomatica in tabaccheria

Terminale Lottomatica in tabaccheria

Como, 18 febbraio 2019 - Era uno dei suoi clienti più affezionati, assiduo giocatore, presente da anni. Quando i titolari di una tabaccheria con servizio di Lottomatica, in via Provinciale per Lecco a Lipomo, hanno iniziato a cercare dove si annidasse quell’anomalia che li portava a pagare tasse pesantissime e sproporzionate agli incassi, mai avrebbero pensato di arrivare a puntare il dito contro di lui. Ma ora per G.T., 59 anni di Lipomo, è stato chiesto il rinvio a giudizio con l’accusa di furto aggravato e continuato. Deve infatti rispondere di 200mila euro sottratti dal 2013 fino a luglio 2018, attraverso un meccanismo legato alle giocate ippiche.

Le verifiche del commerciante erano partite dal tentativo di capire dove si annidasse la sproporzione tra le tasse che doveva pagare e gli incassi effettivi: un divario che lo aveva portato persino a dover vendere alcuni beni per riuscire a far fronte alle imposte, i cui calcoli risultavano corretti rispetto alla contabilità prodotta. Aveva quindi svolto una serie di verifiche, compresa la gestione della cassa, andando per esclusione: fino ad analizzare i tabulati dei totalizzatori dell’ippica, da quali era emerso che i valori delle giocate erano nettamente superiori ai reali incassi.

Era così arrivato a scoprire che uno dei clienti più assidui, che godeva della sua estrema fiducia al punto da utilizzare in modo autonomo il terminale, stampava schedine delle scommesse in numero superiore rispetto a quelle che effettivamente pagava. In questo modo, si era generato il divario tra le ricevute emesse e soggette a tassazione e gli incassi reali. A questo si aggiungevano le eventuali vincite maturate con gli scontrini non pagati, comunque incassate dal cliente. Dopo averlo tenuto d’occhio per giorni, il commerciante si era rivolto all’avvocato Roberto Rallo, per sporgere la denuncia sfociata ora nella richiesta di rinvio a giudizio.