Lavoro nero o irregolare Sanzionate 60 imprese

Accertate violazioni nel 96 per cento delle imprese edili sottoposte a controlli. Cinquanta denunce penali e 50mila euro di sanzioni dall’Ispettorato

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di Paola Pioppi

La filiera nel settore edile si allunga, si frantuma e diventa dispersiva, ingarbuglia i ruoli nel fitto tessuto di microimprese che popolano un mercato in piena ripresa, soprattutto grazie ai superbonus. Ma, inevitabilmente, genera illeciti, lavoro nero, scambi non autorizzati di personale dipendente, disordini contabili e fiscali, abbassamento degli standard di sicurezza.

Non a caso, l’attività di controllo dell’Ispettorato del Lavoro di Como in questi ultimi tre mesi si è concentrata ancora di più nei cantieri, arrivando a contestare violazioni a carico del 96 per cento delle imprese sottoposte ad accertamenti. Verifiche che in buona parte erano mirate e precedute da accertamenti da cui emergono potenziali criticità. Così, le 60 imprese del settore costruzioni che hanno ricevuto la visita degli ispettori negli ultimi tre mesi, hanno fatto emergere 40 lavoratori irregolari e 15 completamente in nero, oltre a decine di violazioni in materia di sicurezza - soprattutto la prevenzione per le cadute dall’alto - sfociate in 50 denunce penali e 50mila euro di sanzioni, oltre a svariate sospensioni delle attività. Frequenti anche le false attestazioni di visite sanitarie e corsi di formazione.

Un fenomeno particolarmente nuovo e rilevante è inoltre la pratica dell’appalto illecito, vale a dire manodopera e personale presenti sui luoghi di lavoro, fittiziamente riconducibile ad altre imprese: 25 quelli scoperti nel Comasco solo tra giugno e agosto. Un caso particolare sono i cinque cantieri gestiti da cittadini italiani di origine sudamericana, che impiegavano dipendenti senza permesso di soggiorno, privi di contratto, senza formazione professionale né visite sanitarie.

Sono tutte condizioni che non generano alcun vantaggio per i lavoratori, spesso ignari delle condizioni contrattuali, ma che garantiscono agevolazioni fiscali ai datori di lavoro con la frammentazione dell’imponibile e che spesso mascherano frodi societarie o emissioni di fatture per operazioni inesistenti. Una azienda produttrice di tappi faceva lavorare in un’impresa collegata il personale che si trovava in cassa integrazione.

Anche i settori del trasporto merci e dei servizi alle imprese stanno diventando di forte interesse per l’Ispettorato, sempre nell’ottica di "tutelare lavoratori e imprese e garantire la gestione dei conflitti in un contesto di legalità", hanno spiegato Alberto Gardina, direttore dell’Ispettorato di Como, e Filippo Colomba, responsabile del Processo di Vigilanza. È il caso di un’azienda di trasporti dell’Erbese, che da anni utilizzava come autisti personale dipendente di una cooperativa gestita da prestanome e priva di regolare gestione. Nei loro confronti, sono state elevate sanzioni per un totale di 100mila euro.