Lario bocciato da Legambiente: le fogne continuano a finire nel lago

Su diciassette località otto sono risultate inquinate o fortemente inquinate

La Goletta dei Laghi

La Goletta dei Laghi

Como, 8 luglio 2017 - Il lago di Como attrae turisti e vip da tutto il mondo, per i suoi paesaggi maestosi e unici e i caratteristici angoli inconfondibili, ma sotto la superficie del Lario si nasconde tutt’altro. Secondo gli attivisti di Legambiente, che come ogni estate hanno effettuato una campagna di monitoraggio a bordo della Goletta dei laghi insieme agli operatori di Conou, Consorzio nazionale per la gestione, raccolta e trattamento degli oli minerali usati e Novamont, la metà delle zone risulta inquinata, come la foce dell’Adda a Colico, quella del torrente La Merla sempre a Colico, o addirittura fortemente inquinate. È il caso della foce del Telo ad Argegno, quella dell’Albano a Dongo, la spiaggia di Dorio, la foce dell’Esino a Perledo, la foce del Caldone a Lecco e la foce del Gallavesa a Vercurago. Promosse invece le coste di Menaggio alla foce del Senagra, la foce del Breggia a Cernobbio, del Cosia a Como, di Inganna a Colico, del torrente Valle dei Mulini e del Pioverna a Bellano, del Meria a Mandello e l’area attorno al depuratore di Lecco.

«Con la Goletta dei laghi cerchiamo di individuare le criticità dei bacini lacustri con particolare attenzione, non solo dove sappiamo esserci maggiore afflusso di bagnanti, ma soprattutto dove intravediamo un rischio più elevato di inquinamento, la cui causa è principalmente legata all’inefficienza del collettamento fognario ai pochi depuratori presenti che non riescono a raccogliere tutte le acque reflue – spiega Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia –. Al centro della campagna c’è anche il problema delle microplastiche». In base a quanto è emerso 8 punti sono risultati fuori dai limiti di legge sui 17 totali esaminati. Sulla sponda comasca sono stati registrati come fortemente inquinati i campioni prelevati a Dongo presso la foce del torrente Albano e ad Argegno alla foce del torrente Telo. 

Riscontrate elevate concentrazioni di enterococchi intestinali ed escherichia coli, batteri tipici delle feci, con valori in alcuni luoghi doppi rispetto ai limiti normativi. L’attività ha pure riguardato le microplastiche presenti nelle acque, sia nel centro del lago sia nell’Adda. I dati verranno successivamente esaminati dai ricercatori dell’Enea, l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie. «Ancora una volta riscontriamo una situazione instabile sintomo che le problematiche di depurazione che affliggono la sponda occidentale del Lario non sono risolte. – sottolinea Enzo Tiso, responsabile scientifico del circolo Legambiente di Como – Per quanto riguarda il primo bacino assistiamo favorevolmente al lento ma progressivo miglioramento alla foce del Breggia a Cernobbio e del Cosia a Como. Ma non si deve abbassare la guardia».