Lago culla del vino: ecco gli Spumanti Oltrepò

Dopo un anno di affinamento sospese tra 14 e 16 metri le prime bottiglie saranno recuperate domani

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Sarà recuperato domani il primo lotto delle circa duemila bottiglie di spumante dell’Oltrepò Pavese messe a riposare l’anno scorso nelle acque del lago di Como. Il progetto, firmato da Luca Bellani, patron della cantina Ca’ di Frara e virtuoso delle bollicine, rigorosamente da Pinot Nero, ha l’obiettivo di studiare gli effetti dell’ambiente lacustre sull’affinamento dello spumante metodo classico. Le bottiglie sono state posizionate in gabbie tra i 14 e i 16 metri di profondità, non a contatto col fondale ma “sospese“ nell’acqua in modo da sfruttare meglio il dondolio delle correnti. "Siamo la culla del Pinot Nero e cercavamo un effetto culla – spiega Bellani – come una mamma che si prende cura del neonato". Questa la principale differenza rispetto ad altri spumanti affinati nel lago, quasi tutti a contatto col fondale. Questa speciale tecnica d’invecchiamento garantisce un miglior contatto coi lieviti, per via della pressione dell’acqua, che si traduce poi in un prodotto più intenso e corposo, quasi cremoso. Domani saranno svelati nome ed etichetta dello spumante, che sarà poi disponibile a partire da settembre. Michele Mezzanzanica