Laglio, nuova emergenza frane e nuova polemica

Il sindaco fa il punto della situazione dopo l’ultima ondata di maltempo che ha aggiunto danni a quelli della volta precedente

I danni causati dal maltempo

I danni causati dal maltempo

Laglio (Como), 12 giugno 2022 - Si preparano a trascorrere una domenica con la pala in mano tanti abitanti di Laglio ancora alle prese con le conseguenze del maltempo che, nella notte tra lunedì e martedì, ha ricoperto con una colata di fango e detriti le vie e le piazze del centro. La necessità più impellente è riuscire a riaprire la Regina Vecchia, che costeggia il lungolago ed è una delle due vie che collegano i paesi della riva comasca del Lario. A coordinare gli interventi insieme all’amministrazione provinciale c’è il sindaco Roberto Pozzi, con l’amaro in bocca per le polemiche e le accuse mosse nei suoi confronti seguite al disastro del meteo.

"Se fosse servito a risolvere gli effetti dell’alluvione del 27 luglio scorso. A velocizzare le procedure di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio, a limitare le distruzioni, i danni, le sofferenze di chi ha perso casa, avrei rassegnato le mie dimissioni nell’immediato – si lascia andare a uno sfogo –. Non sarebbe servito allora e probabilmente non serve oggi, dopo questo, reiterato, evento alluvionale. Non si abbandona la nave nella tempesta". Il vero problema è che la maggior parte dei 9mila metri cubi di rocce e materiale che da un anno attendono di essere sgomberati si trovano su terreni che appartengono a privati.

"Da subito, e parlo di un anno fa, ci siamo resi conto che non sarebbe stato possibile intervenire in maniera radicale. Grazie all’impegno della Provincia di Como, della protezione civile e dei volontari, abbiamo provveduto nell’immediatezza a liberare la strada provinciale dalla montagna di detriti che impedivano il normale transito. Pulito e messe in sicurezza le aree pubbliche di piazza Roma che abbiamo ricostruito con i nostri mezzi, liberato il valletto sotto la provinciale, incanalato le acque per un normale deflusso. Serviva l’accurata stesura di un piano d’intervento, concordato con i privati, e servivano, ovviamente, risorse". Finora le uniche pervenute sono il milione messo a disposizione dalla Regione e i 400mila euro stanziati dal Comune attingendo ai fondi di bilancio. "Mancava solo l’esecutivo per passare all’appalto lavori che prevedevamo di cominciare questo autunno. È successo nel frattempo quel che sappiamo. Sono in corso i sopralluoghi per verificare le cause dei nuovi smottamenti per una pronta messa in sicurezza. Dobbiamo intervenire subito per evitare danni peggiori e lo faremo".