"La Tangenziale bis di Como resti pure nel cassetto"

Le associazioni ambientaliste bocciano la richiesta di aiuto avanzata al Governo per realizzare l’opera

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Non è piaciuto agli ambientalisti la decisione della Regione di chiedere aiuto al premier Mario Draghi per trovare i fondi necessari a realizzare il secondo lotto della Tangenziale di Como. "Sembrava sarebbe prevalso il buonsenso, con l’archiviazione definitiva del progetto – spiegano i rappresentanti di 14 associazioni comasche - Invece la Regione ci riprova e questa volta tenta di ottenere 600 milioni di euro, direttamente da Roma per realizzare quello che viene definito un nuovo tracciato della tangenziale, con una serie di gallerie alternate a tratti in trincea. Un progetto ancora più impattante del precedente, che prevedeva di attraversare da parte a parte la Riserva del lago di Montorfano".

In pratica il Pirellone ha delegato ad Anas la realizzazione dell’opera. "Una bella trovata che si scontra con la realtà - proseguono i verdi - Non ci sono risorse da destinare a ulteriori progetti di opere stradali, sono presenti enormi criticità idrogeologiche e importanti valenze ambientali lungo l’ipotetico tracciato e, soprattutto, ancora una volta non si cercano soluzioni per una possibile mobilità sostenibile che, peraltro, potrebbero essere finanziate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza. Pedemontana e le sue tangenziali, le decine di strade del piano Fontana, sono una collezione di progetti fallimentari con costi spropositati, non in grado di risolvere le problematiche del traffico che contribuirebbero ad aumentare, e senza prevedere risarcimenti per il territorio per l’impatto ambientale che provocherebbero".