La ragazza-esca e il raid "Adesso sarà War Zone"

Nove arresti dei carabinieri. Ricostruita la lunga escalation di violenza dall’aggressione in centro a Milano fino al rapimento di Baby Touchè

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di Nicola Palma

Un’aggressione dietro l’altra. Vendette incrociate che si rincorrono. Agguati nella notte e promesse di rivalsa a favor di smartphone, con i follower a cliccare like e commentare in tempo reale. Chi ha iniziato per primo? L’analisi a ritroso dei profili social sembra rintracciare la scintilla in un confronto in corso Como a Milano a inizio 2022, anche se è probabile che i semi della rivalità tra trapper siano stati piantati prima.

Da una parte Mohamed Lamine Saida alias Simba La Rue, nato vent’anni fa in Tunisia e cresciuto in provincia di Como. Dall’altra Mohamed Amine Amagour, italo-marocchino di 19 anni residente a Padova. Una faida sempre più violenta, interrotta ieri dai carabinieri. A valle di un’indagine durata alcuni mesi, i militari del Nucleo operativo hanno ammanettato La Rue e altri 8 del giro, compresa la ventenne monzese Sara Ben Salha, destinatari dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Salvini.

Nel provvedimento di 50 pagine, vengono ricostruiti due raid nei confronti di Baby Touchè e compagnia. Il primo nella notte tra il 29 febbraio e il primo marzo e, secondo le indagini, è la risposta a un altro blitz, datato 14 febbraio: quel giorno, Fabio Carter Dago Gapea, venticinquenne della gang La Rue, viene accoltellato vicino alla stazione di Padova. Per il ferito, i colpevoli sono Akrem B.H. e il pugile Samir B., del gruppo Touchè. Così i nemici pianificano la spedizione punitiva. Il primo tentativo va a vuoto: la banda si muove in direzione Busto Arsizio, dov’è in programma un incontro di boxe, ma un controllo delle forze dell’ordine stoppa tutto. Non è un posto di blocco casuale: Gapea è intercettato dalla Mobile di Lecco, che il primo aprile lo fermerà insieme al complice ivoriano Alan Christopher Momo dopo aver sequestrato cocaina, hascisc e tre pistole.

"Sai come stavamo piangendo adesso se avevamo dietro il ferro...", dice Gapea a Momo commentando il pericolo scampato. Dopo un ulteriore flop il 23, arriviamo alla notte del pestaggio. Sara, compagna di Gapea, fa da esca: contatta Akrem e gli propone un incontro galante a Milano, attirandolo in trappola. La ragazza nasconde sotto i capelli una cuffietta Bluetooth, "in modo tale da poter aggiornare il gruppo di assalitori in diretta".

Alle 2.44 Akrem e l’amico Thomas C. si ritrovano nella morsa: calci e pugni, poi il primo viene ferito da un fendente alla gamba. Il commando riparte a tutta velocità su due auto, di cui una presa a noleggio tre giorni prima e abbandonata in strada con mille euro di conto da saldare.

Quando arrivano gli uomini del Radiomobile, Sara li depista: spiega che i misteriosi banditi a volto coperto hanno tentato di rubarle la borsetta e riferisce che sono fuggiti su due veicoli blu (uno era bianco, l’altro nero). "Gli ho tirato un pugno bro, che mi sa che l’ho aperto tutto", si vanta Gapea. Per poi aggiungere: "Simba l’ha bucato", tirando direttamente in ballo La Rue.

Finita? No. "Adesso siamo entrati in una war zone con quelli di Padova, frate...". E il 9 giugno tocca al leader avversario in persona. La Rue e soci scovano Baby Touché in un parcheggio di via Boifava a Milano: sono in venti, impugnano "spade e coltelli", riferirà un testimone. Lo caricano su una Mercedes Classe A, lo tengono in ostaggio per due ore e lo umiliano davanti ai suoi follower in un video in cui viene ripreso col volto tumefatto.

"Dov’è il gangster che sei?", lo provoca La Rue. Quel filmato arriva al fratello di Amagour, che corre alla caserma di via Moscova per denunciare l’accaduto. I militari avviano l’iter per la geolocalizzazione del telefono e alle 2.40 ritrovano il sequestrato a Calolziocorte (Lecco): è con quattro persone, tra cui Zaccaria Mouhib, Baby Gang (non coinvolto nell’inchiesta). Il ragazzo minimizza: "Abbiamo inscenato una finta faida per farci pubblicità". Menzogne per tenere lontani i sospetti, la tesi degli inquirenti condivisa dal giudice.

Una settimana dopo tocca a La Rue, accoltellato a Treviolo, nella Bergamasca. Ieri è stato arrestato in ospedale a Lecco, dov’era ancora ricoverato per la ferita alla coscia. Nella cameretta a casa dei genitori è stata sequestrata una pistola con matricola parzialmente abrasa e quattro colpi nel caricatore.