Pendolari del carburante, la concorrenza sul confine agevola solo i brand petroliferi

Nella Confederazione varata dal Consiglio Nazionale una legge sui prezzi a tutela dei consumatori

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Un tempo erano le sigarette e il burro, oggi sono la benzina e il diesel a giustificare gli spostamenti da una parte all’altra del confine, in quel fenomeno che è il "pendolarismo del pieno" ampiamente conosciuto in Italia come in Svizzera. Una concorrenza alimentata dalle scelte delle compagnie petrolifere nella quale ogni tanto interviene la politica, con provvedimenti di riequilibrio che però hanno l’effetto di creare nuove distorsioni. Un po’ quello che è capitato a marzo dell’anno scorso quando il Governo Draghi decise di intervenire con il taglio delle accise, 25 centesimi di euro in meno al litro per benzina e diesel che con l’Iva si tradussero in uno sconto alla pompa di 30 centesimi, abbastanza per spingere gli automobilisti svizzeri a modificare le loro abitudini e spingerli a fare il pieno in Italia.

Non c’è da stupirsi se adesso che il Governo Meloni ha deciso di non prorogare il provvedimento oltreconfine hanno festeggiato. "La decisione del Governo Meloni di non prorogare il taglio delle accise corregge una distorsione del mercato che proseguiva ormai da dieci mesi – spiega Luca Giampietro, amministratore delegato di City Carburoil –. I distributori ticinesi torneranno finalmente a essere competitivi e insieme agli svizzeri anche i frontalieri faranno di nuovo il pieno qui".

È vero per la benzina, che anzi in alcuni impianti del Canton Ticino costa anche qualche centesimo in meno rispetto all’Italia, ma non per il diesel che oltreconfine continua a costare dieci centesimi in più. Di sicuro l’altalena dei prezzi ha indotto il Consiglio Nazionale a varare una legge, che verrà presto sottoposta ai singoli Cantoni, per introdurre una piattaforma online sulla quale automobilisti e consumatori potranno consultare in tempo reale i prezzi dei carburanti delle stazioni di servizio. Il meccanismo è in funzione dal 2011 in Austria favorendo la concorrenza e riducendo i prezzi al servito. Vuoi vedere che finalmente Italia e Svizzera si sono rese conto che tra i due litiganti gli unici a trarre vantaggio sono le compagnie petrolifere? Non resta che attendere.

Roberto Canali