Incidente fra due treni a Inverigo, strigliata a Trenord: poca preparazione

Sette feriti, la Commissione d’inchiesta: macchinista apprendista e capotreno diplomato da poco

Scontro fra treni a Inverigo (Cusa)

Scontro fra treni a Inverigo (Cusa)

Inverigo (Como), 3 ottobre 2020 -  Un treno che parte dalla stazione, anche se il semaforo è rosso. Un altro che arriva sullo stesso binario in direzione opposta. I due macchinisti che provano a inchiodare, ma non riescono a evitare il frontale. Poi l’urto, a circa 40 chilometri orari, il caos e sette persone ferite, fortunatamente in modo non grave, da portare in ospedale. E danni per una cifra ancora non quantificata.

È il 18 marzo del 2019, ore 18.35, nella stazione di Inverigo (Como), sulla Milano-Asso, linea di Ferrovie Nord, convogli gestiti da Trenord. Su quel regionale 1670 Milano-Canzo-Asso, in cabina di guida c’è un allievo macchinista, che doveva essere controllato dal collega titolare. È l’apprendista, ricevuto il via libera dal capotreno (anche lui “diplomato“ da due settimane), a far partire il convoglio. Il capotreno non si accorge del segnale rosso, né - lo dirà ai periti - vede il ripetitore di segnale sulla banchina, che viene piazzato lì proprio perché la stazione è in curva. E il conducente, quando sblocca e fa ripartire la motrice, non nota il rosso. Solo qualche istante dopo vede il treno che arriva in senso opposto. La frenata rapida dei due mezzi non evita lo schianto.

Un anno e mezzo dopo, arriva la relazione della commissione d’inchiesta del Ministero dei trasporti. E non sono tutte carezze per le due imprese ferroviarie. Intanto l’infrastruttura: quel punto è uno dei pochi in cui non era ancora attivo il Sistema controllo marcia treno, quello che da solo evita l’errore umano su una linea monobinario. Lo mettono nero su bianco nelle loro 87 pagine i due periti, l’ingegnere Marco Benedetti e il collega Giovanni Battista Ravera. Ed è in questo testo che i tecnici puntano il dito contro "l’inadeguata comunicazione al personale da parte di Trenord riguardante l’affiancamento di agenti di condotta in fase di addestramento sui treni viaggiatori".

Sì, perché "se durante l’addestramento vi è la necessità organizzativa di far svolgere in autonomia all’allievo un numero limitato di attività specifiche previste dal ruolo (come la prova del freno o lo stazionamento del convoglio) occorre procedere preventivamente alla certificazione intermedia di tali attività mediante un esame pratico". Nel caso di Inverigo, invece, il futuro macchinista agiva troppo liberamente e male, perché "non ha correttamente verificato le indicazioni fornite dai segnali fissi prima dell’avvio del proprio treno".

Ma ce n’è anche per il collega più esperto, che non ha controllato i segnali, e per altri fattori, definiti in termini burocratici "criticità relative al personale avente compiti di sicurezza presenti a bordo del treno R 1665". Ovvero il capotreno "che non ha correttamente verificato le indicazioni fornite dai segnali fissi, comunicando l’ordine di partenza con il segnale della stazione di Inverigo disposto a via impedita". Cioè sul rosso. A complicare la cosa, anche la conformazione della stazione, in curva, appunto, e la presenza "di tratti di linea con differenti caratteristiche". Restano però per i due tecnici consulenti del ministero due problemi da risolvere subito: il "disallineamento tra regolamenti, istruzioni e disposizioni riguardanti le procedure da effettuare da parte del macchinista e del capotreno" e le "carenze del processo formativo previsto da Trenord per il personale che svolge attività di sicurezza".