San Nazzaro, paralizzato nel cantiere maledetto: sei responsabili accusati di lesioni

Chiuse le indagini sul gravissimo infortunio avvenuto all’impianto idroelettrico Cavargna Alta

Uno degli incidenti avvenuto nel cantiere

Uno degli incidenti avvenuto nel cantiere

San Nazzaro Valcavargna (Como) Dopo oltre un anno di malattia, conseguenza del gravissimo infortunio avvenuto la mattina del 10 dicembre 2018 nel cantiere dell’impianto idroelettrico Cavargna Alta, Francisc Bejan, operaio di 38 anni, i medici che lo hanno seguito in questi mesi, avevano dovuto ammettere che non potrà più camminare. Il suo decorso ospedaliero, lo ha portato a una condizione stabile, ma drammatica: danni permanenti alle gambe, che limitano drasticamente la sua autonomia. Le indagini su quell’infortunio, coordinate dal sostituto procuratore di Como Maria Vittoria Isella, si sono concluse con l’ipotesi di responsabilità a carico delle sei figure, responsabili a vario titolo della sicurezza nel cantiere e delle condizioni di lavoro di Bejan, accusate di lesioni colpose aggravate, per non essere state in grado di garantirne l’incolumità dell’operaio.

Sono R.B. 35 anni responsabile della sicurezza della Hydroalp di Borgo Chiese, datore di lavoro del ferito. G.C., 76 anni, amministratore unico della Plona Costruzioni di Milano, appaltatore dei lavori, e i proposti in materia antifortunistica: A.R., 37 anni e M.B., 37 anni. Infine il coordinatore e il direttore operativo dei lavori, C.G., 52 anni, e G.G., 35 anni. Bejan stava scaricando dal camion della Hydroalp alcune turbine e le attrezzature necessarie all’installazione: dopo aver perso l’equilibrio, era caduto in una fossa in cemento profonda quasi tre metri e mezzo. Per recuperarlo si erano dovuti calare i vigili del fuoco: l’operaio era arrivato in ospedale con plurime lesioni dorsali, che avevano causato la compressione del midollo e la frattura di una vertebra. Secondo le accuse, l’apertura della fossa non era protetta da un adeguato parapetto, o di altre misure che avrebbero dovuto garantire la sicurezza dei lavoratori impegnati nella zona a ridosso della buca. Il magistrato contesta due aggravanti: la violazione delle norme di prevenzione degli infortuni, e i danni fisici permanenti.