Infermieri al limite Tolte anche le ferie

Pronto soccorso in affanno all’ospedale Sant’Anna dove il personale è al lavoro da dodici mesi senza pausa

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di Federico Magni

Erano stati gli eroi della prima ondata della pandemia di Covid-19 che ha colto tutti impreparati negli ospedali. Hanno gestito con grande fatica la seconda ondata e ora, dopo 12 mesi di lavoro, quando si aspettavano che le strutture sanitarie fossero in grado di trasformare l’emergenza in una situazione almeno gestibile, si vedono costretti a rinunciare anche alle ferie. Il pronto soccorso dell’ospedale Sant’Anna di Como è di nuovo in affanno, ma lo sono anche gli infermieri del reparto che rappresenta la prima linea di una guerra che non doveva avere questi strascichi sulle strutture sanitarie. C’è chi ha accumulato oltre cinquanta giorni di ferie e se le è viste cancellare poco prima del meritato riposo dopo un anno trascorso in una situazione da incubo per poco più di 1.500 euro al mese. C’è chi sta pensando di lasciare, di cambiare addirittura lavoro. Qualcuno manda curriculum negli ospedali del Canton Ticino, ma andarsene a questo punto comporterebbe la perdita di migliaia di euro di ferie. Ciò che sta provocando i maggiori malumori fra i lavoratori, però, è che l’esperienza non sembra aver portato consiglio all’organizzazione dell’emergenza e la terza ondata si è rivelata ancora più preoccupante della seconda. In Pronto soccorso si rivedono pazienti giovani che hanno bisogno del casco per respirare. L’ospedale Sant’Anna si sta organizzando anche con trasferimenti in altre strutture fuori provincia per far fronte ai ricoveri, ma tutto ciò sembra non bastare a dare respiro anche agli infermieri ormai provati dalla lunga battaglia con la pandemia. "Siamo al culmine di una nuova emergenza - spiega Monica Trombetta del sindaco Nursing Up -. Siamo ritornati ad un anno fa e questa ondata è peggio della precedente. Purtroppo sono state bloccate le ferie. So che il direttore generale è molto affranto ma di fronte a una situazione come questa sembra l’unica arma. Chiaramente il personale è molto stanco. Si spera che le ferie vengano sbloccate dopo questa fase. Sono state fatte assunzioni ma il personale resta comunque sotto organico. Il rapporto dovrebbe essere di un infermiere per sei pazienti e attualmente siamo uno a dodici".