Infermiere della morte accusato d’avere ucciso 17 malati terminali

Sembra la trama di un horror di Stephen King e invece è una storia vera quella che sta sconvolgendo il Canton Ticino

Una corsia di ospedale in un'immagine di repertorio (foto di archivio iStock)

Una corsia di ospedale in un'immagine di repertorio (foto di archivio iStock)

Como, 18 novembre 2019 - Sembra la trama di un horror di Stephen King e invece è una storia vera quella che sta sconvolgendo il Canton Ticino, scioccato da quel che sta emergendo a carico di un infermiere di 45 anni che definire angelo della morte è riduttivo. L’uomo è infatti sospettato della morte di 17 pazienti dell’ospedale Beata Vergine di Mendrisio, a due passi dal confine. Si tratta di malati di cancro, molti in fase terminale, di cui l’infermiere si è occupato a partire dal 2014. A interrompere la sua catena di morte è stata un anno fa la denuncia di uno stagista, un ragazzo che la direzione aveva affiancato a quello che riteneva essere uno dei suoi migliori infermieri.

Al ragazzo sono bastate poche settimane gomito a gomito con lui per accorgersi di quello che tutti per oltre vent’anni avevano ignorato, forse colpevolmente. L’infermiere non solo trattava male i pazienti in vita, in alcuni casi arrivava a mettere in pratica vere e proprie torture, arrivando poi a ucciderli alterando il dosaggio o il mix di farmaci prescritti. Nel suo telefonino sono stati trovati  dei filmati raccappriccianti, con diverse scene di violenze sui corpi dei pazienti morti.