Lago di Como, incidente mortale: "Ho visto la barca, gridavo ma nessuno mi ha sentito"

Tremezzo, i particolari dello schianto nautico nella testimonianza del ragazzo che stava facendo wakeboard. Il primo ad accorgersi della traiettoria errata

Il ragazzo di Guanzate è morto a bordo del motoscafo speronato da giovani belgi

Il ragazzo di Guanzate è morto a bordo del motoscafo speronato da giovani belgi

Tremezzina (Como) -  Dichiarazioni volte a "sminuire le proprie responsabilità, in contrasto con le valutazioni logiche e con gli altri elementi acquisti e già agli atti". Così, al termine dell’interrogatorio di convalida, il gip di Como Laura De Gregorio ha ritenuto che Cléa Célia Wuttke, belga di 20 anni, dovesse rimanere agli arresti domiciliari. Almeno finché le indagini non avranno permesso di avere un quadro più chiaro di cosa è accaduto, e il Ministero dei Trasporti avrà trasmesso una risposta circa la patente nautica, o documento di guida, esibito dalla ragazza. Una valutazione che scaturisce dal confronto tra le prime testimonianze raccolte nell’immediatezza dell’incidente nautico avvenuto una settimana fa davanti a Punta del Balbianello, nel quale ha perso la vita Luca Fusi, 22enne di Guanzate.

La ragazza, nel rendere la sua versione, ha dichiarato che aveva da poco iniziato ad accelerare, e che aveva la vista ostruita a causa dell’innalzamento della prua, che non aveva visto il motoscafo su cui si trovava la vittima con i due amici, ma di aver verificato la presenza di altre imbarcazioni e abbassato il volume della musica. Infine, di essersi fermata una ventina di metri dopo l’urto. Ma la ricostruzione che emerge dalle altre testimonianze pare differente: "In particolare – dice il giudice – con riferimento al volume della musica, alla distanza dopo l’urto e alle norme di prudenza adottate prima della navigazione".

Anzitutto , l’amico che stava facendo sci nautico, forse il primo ad accorgersi del motoscafo italiano sulla loro traiettoria: "Ho visto l’altra barca – ha detto – ho gridato ma nessuno mi ha sentito, e dopo cinque secondi c’è stato l’impatto". Dalla parte opposta, Francesco Bassi, proprietario del motoscafo colpito, ha reso una versione analoga. Aveva iniziato a virare per avviarsi verso la costa alla guida del suo Sea Ray, a bassissimo gas, quando Fusi si è accorto del motoscafo che puntava verso di loro, ad alta velocità. I tre ragazzi hanno gridato, cercando di attirare l’attenzione dell’equipaggio, invisibile dal punto in cui si trovavano. Bassi ha tentato un’accelerazione, ma era troppo tardi per uscire dalla traiettoria del Mastercraft da 320 cavalli che, dopo 5 secondi, li ha colpiti, passandogli sopra. Lui è stato sfiorato, Fusi colpito in pieno, e il terzo amico è riuscito a gettarsi in acqua. Ma anche gli altri 9 giovani passeggeri belgi, sentiti subito dopo il recupero della barca, hanno dato la stessa versione: musica alta, prua alzata, alta velocità e nessuna percezione di ciò che si trovava davanti a loro. Emerge, secondo il giudice, la ricostruzione di un’indole "particolarmente imprudente", tale da rendere necessaria la misura cautelare.