Como, morta nell'auto finita nel lago: il conducente patteggia

I genitori della 24enne: "Sia un monito per i giovani". L'amico era accusato di omicidio colposo stradale, aggravato dalla guida in stato di ebbrezza

L’auto nella quale è rimasta imprigionata Tatiana Ortelli

L’auto nella quale è rimasta imprigionata Tatiana Ortelli

Moltrasio (Como), 10 dicembre 2020  - "Una sentenza di condanna equilibrata, sulla scorta dell’effettivo comportamento assunto dall’imputato, affinché ciò costituisca da monito per i giovani". La richiesta giunge dai genitori di Tatiana Ortelli, la ventiquattrenne di Moltrasio, morta nella notte tra il 2 e il 3 giugno all’interno della Fiat Panda finita nel lago all’altezza di via per Cernobbio, guidata dal suo coetaneo e amico Nikolai Saldarini. Finito ieri davanti al gup di Como Andrea Giudici, ha deciso di patteggiare, andando incontro a una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione, e la revoca della patente.

I genitori della vittima , già risarciti dall’assicurazione per la perdita della loro unica figlia, sono stati esclusi dal processo per la scelta del rito, ma attraverso il loro legale, l’avvocato Giuseppe Vernuccio, hanno depositato al giudice una memoria con la quale "fiduciosi nella giustizia e rispettosi degli organi attraverso i quali la stessa viene esercitata, auspicano nella presa di coscienza da parte dell’imputato della particolare gravità del fatto da lui posto in essere, e sperano che la decisione che il Tribunale andrà a prendere, possa essere sia da monito che da deterrente per i giovani, e un precedente giuridico nell’interesse sociale, affinché non si abbiano più a verificare tragedie di questo tipo".

Davanti al giudice, Saldarini è arrivato con le accuse di omicidio colposo stradale, aggravato dalla guida in stato di ebbrezza, formulate dal sostituto procuratore di Como Antonia Pavan. Nell’immediatezza dell’incidente era stato arrestato e messo in carcere, per poi ottenere i domiciliari dopo l’interrogatorio di convalida. L’incidente era avvenuto mentre i ragazzi rientravano a casa, dopo aver passato la serata a Como. Quando l’auto aveva sbandato, finendo nel lago, Nikolai era riuscito a uscire dall’abitacolo prima che la pressione dell’acqua rendesse impossibile salvarsi, ma l’amica non era riuscita, rimanendo così imprigionata nel veicolo. Quando i vigili del fuoco erano riusciti a raggiungere la Panda, per la ragazza non c’era più nulla da fare. "Nikolai Saldarini – prosegue la memoria - con il suo censurabile comportamento, ha concretizzato una situazione di rischio a seguito della quale si è verificato l’incidente che ha causato la morte di Tatianana".