Mariano Comense, altro rogo nella discarica dei veleni

Tonnellate di rifiuti a fuoco. Scoppia di nuovo la polemica: "Andava chiusa"

L'incendio alla discarica di Mariano Comense

L'incendio alla discarica di Mariano Comense

Mariano Comense (Como), 26 marzo 2019 - L’ultimo violento incendio risale a meno di due mesi fa, ma ieri pomeriggio la discarica di via del Raddizzone, a Mariano Comense, è stata nuovamente avvolta dalle fiamme. Un rogo che in pochissimo tempo si è propagato ed è arrivato a coinvolgere tutta l’area adibita alla raccolta dei rifiuti. Conseguenze che sono state fortemente favorite dalle raffiche di vento e dal clima secco: il rogo ha generato una spessa colonna di fumo, tanto da spingere i sindaci dei Comuni della zona a raccomandare ai cittadini di evitare di stare all’aria aperta.

Per tutto il pomeriggio, e per tutta la notte, i vigili del fuoco hanno lavorato all’interno dell’area, completamente avvolta da un incendio che si è propagato anche al bosco confinante. Per riuscire a ripristinare le condizioni di sicurezza, l’intervento potrebbe proseguire ancora per uno o due giorni, come è già accaduto in passato. Le prime fiamme sono state notate verso le 13.30 di ieri da alcuni operai che stavano lavorando all’interno della discarica, uno dei quali è rimasto leggermente ferito nel tentativo di intervenire, quando ancora la situazione era avvicinabile. Ma in pochi minuti, le raffiche di vento hanno complicato la situazione. Per tutto il pomeriggio e la notte, hanno lavorato dodici squadre dei vigili del fuoco, provenienti dai comandi di Como e Milano, ma poco alla volta, a Mariano Comense sono arrivati tutti, man mano che la preoccupazione per l’ennesimo incendio cresceva.

Carabinieri, 118, Ats Insubria, Arpa per le rilevazioni dell’aria, posizionando i misuratori, persino Enel: tutti hanno svolto verifiche di ogni genere, districandosi in mezzo al fumo densissimo generato dagli ammessi di rifiuti.

Il punto di innesco è stato individuato nella zona del compattamento, dove è presente ogni genere di materiale, tutto altamente infiammabile, con prevalenza di plastica e carta. Nonostante tutto, sembra essere stato preservato l’impianto. Sulle origini non ci sono ancora certezze, ma le circostanze iniziali al momento farebbero propendere per l’accidentalità: all’interno dell’area c’erano diversi operai al lavoro, che non hanno notato anomalie. Tuttavia i carabinieri e i vigili del fuoco stanno svolgendo una serie di accertamenti, atto dovuto vista la delicatezza del luogo in questione, da oltre dieci anni protagonista di polemiche e criticità relativi alla sicurezza e ai problemi di salubrità per l’intera zona, e spessissimo colpito da incendi.

Roghi che facilmente hanno raggiunto dimensioni importanti, proseguendo anche per giorni vista la difficoltà di intervenire nei focolai che si annidano all’interno di tonnellate di rifiuti. Questioni che si sono riproposte fortemente ieri, al punto da spingere associazioni come il Circolo Ambiente, a invocare la chiusura definitiva della discarica: «Una decisione che andava presa già anni fa – ha detto il presidente Roberto Fumagalli – Ma malauguratamente si è preferita la strada delle proroghe, che hanno comportato questi pericolosi incendi».