Incendia la cella, poi picchia gli agenti intervenuti per salvarlo: 7 poliziotti feriti

E' successo al carcere Bassone di Como. Feriti e intossicati sette poliziotti della Penitenziaria

Il carcere del Bassone a Como

Il carcere del Bassone a Como

Como, 26 ottobre 2021 – Fiamme in cella a Como. Le ha appiccate un detenuto del Bassone, che poi ha anche aggredito gli agenti della Polizia penitenziaria intervenuti per salvarlo dal fuoco e dal fumo. Li ha spediti tutti in ospedale. Il bilancio è di sette poliziotti feriti con progoni fino a 20 giorni, qualcuno per le botte prese, altri perché rimasti intossicati dal fumo dell'incendio. A innescare l'incendio e picchiare i poliziotti della Penitenziaria è stato un detenuto protagonista di altre rivolte simili in carcere.

Lo denuncia Fabiano Ferro, segretario provinciale dell’Uspp, Unione dei sindacati di Polizia penitenziaria. “Il soggetto ha incendiato il materasso della propria cella – racconta -. Si tratta dell'ennesimo e analogo evento critico generato dallo soggetto nel giro di pochi giorni. Al di là del gesto compiuto dal detenuto, evidentemente mentalmente compromesso, quello che conta è il dover assistere al quotidiano rischio cui il personale di Polizia penitenziaria è esposto, per evitare gravi conseguenze al soggetto o salvargli la vita. Soggetto che però non si è sottratto dall’aggredire il personale”.

“Como è uno scenario ormai noto per il costante verificarsi di eventi critici – aggiunge Gian Luigi Madonia, segretario regionale dell’Uspp per la Lombardia-. In un paese in cui il sistema penitenziario si è rivelato ormai impotente ed inefficace rispetto al mandato costituzionale, si rilevano anche aspetti organizzativi delle singole strutture che lasciano perplessi. Possibile che un soggetto già noto per appiccare incendi, venga regolarmente fornito di tutto? Quanti materassi deve bruciare per smettere di darglieli? Deve rimetterci la pelle qualcuno? Domande fin troppo banali, per noi addetti ai lavori, che, tuttavia, forse trovano risposta nell’atteggiamento eccessivamente garantista dell’espiazione della pena”.

“Infatti, non fornire il materasso al detenuto avrebbe subito rappresentato uno scandalo mediatico di ''pena disumana'', soprattutto per qualche ''scienziato'' che di carcere non sa nulla – prosegue il sindacalista regionale -. Magari quello stesso ''scienziato'' che, quando poi qualcuno muore ustionato, è pronto a puntare il dito sulle responsabilità. All’interno delle nostre strutture ci sono troppi detenuti che soffrono di disturbi psichiatrici e la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari si è rivelata un fallimento, perché ha messo a nudo l’inefficacia degli attuali sistemi di gestione, evidentemente inidonei al contenimento di simili soggetti”.

Solo ieri era stata la volta di un’altra aggressione ai danni di un agente in carcere a Pavia e prima ancora a Vigevano, Cremona, Brescia e Busto Arsizio. Da qui l'appello ai politici: “Richiamiamo instancabilmente le responsabilità di una politica distante ed incompetente dai problemi del carcere, incapace di trovare soluzioni. Dietro a numeri delle statistiche, ci sono donne e uomini dello Stato che rischiano la vita e troppo spesso portano segni psicologici indelebili, per ciò che hanno visto o subìto. La politica, in senso lato, dovrebbe dimostrare tutta quella sensibilità che dice di avere”.