Guardie svizzere costrette a pagare la tassa militare: in servizio per uno Stato estero

La Confederazione Elvetica chiede di pagare il 3% del proprio reddito imponibile, almeno per gli anni in cui sarebbe toccata la ferma

Le Guardie svizzere per la Confederazione Elvetica non svolgono il servizio militare

Le Guardie svizzere per la Confederazione Elvetica non svolgono il servizio militare

Como, 12 maggio 2021 - Strano ma vero le Guardie svizzere sono considerate alla stregua di civili nella Confederazione Elvetica e come tali costrette a pagare la "tassa militare", riservata a tutti i cittadini che non svolgono il loro servizio nelle forze armate in patria. Una gabella che tocca a tutti i cittadini maschi che non siano per qualche motivo dichiarati militesenti dal compimento dei 19 anni fino al raggiungimento dei 35, nella fascia d'età considerata di servizio attivo. A chi non svolge il servizio militare e i relativi richiami annuali, ad esempio perché obiettore di coscienza, la Confederazione Elvetica chiede di pagare il 3% del proprio reddito imponibile, almeno per gli anni in cui sarebbe toccata la ferma. 

Qui arriva il nodo delle Guardie svizzere, il corpo speciale che garantisce la sicurezza del pontefice, composto esclusivamente da cittadini svizzeri di religione cattolica, un corpo d'elité molto considerato anche in Svizzera tanto che il consigliere nazionale Jean-Luc Addor aveva presentato un disegno di legge al Consiglio nazionale per chiedere che i suoi componenti fossero esentati dalla tassa militare. Una proposta bocciata dal Consiglio federale, l'equivalente del Governo elvetico, perché l'eventuale deroga "sarebbe discriminatoria per i non cattolici e violerebbe la parità di trattamento, senza contare che le loro mansioni non vanno a beneficio della popolazione elvetica, ma di uno Stato estero com'è la Città del Vaticano".

Secondo il Consiglio federale le Guardie svizzere "non prestano un servizio militare, bensì un servizio di polizia per uno Stato estero", inoltre, "non svolgono attività indispensabili a favore della popolazione svizzera, che giustificherebbero l’esenzione dalla tassa". La possibile discriminazione nei confronti degli altri cittadini è invece legata al fatto che solo "gli svizzeri di fede cattolica romana possono diventare membri della Guardia svizzera pontificia", tale deroga violerebbe anche il principio della parità di trattamento di tutti gli assoggettati alla tassa.