Grandine e danni La Bassa la più colpita

Barbabietole. spinaci e frutteti bersagliati dal ghiaccio. La Valtellina teme per il freddo

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Attendevano la pioggia, ma non la grandine gli agricoltori lombardi preoccupati per le conseguenze del colpo di coda dell’inverno sulle colture. Fenomeni anche intensi hanno colpito la provincia di Como e anche la Bassa Padana. "Siamo di fronte alle conseguenze dei cambiamenti climatici – sottolinea Coldiretti – con una tendenza alla tropicalizzazione e il moltiplicarsi di eventi estremi, con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense e il rapido passaggio dal sole al maltempo che ha fatto perdere a livello nazionale oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne".

Così dopo l’inverno più secco degli ultimi 150 anni dal cielo a rovinare i campi è piovuto il ghiaccio. "Dopo tre mesi di siccità, le prime perturbazioni hanno portato con sé anche la grandine provocando in alcune zone danni agli alberi da frutto in fiore e agli ortaggi in campo – lamenta Coldiretti –. I chicchi di ghiaccio hanno colpito diverse province ma al momento le conseguenze maggiori si segnalano tra i territori di Cremona e Mantova". In particolare "nel casalasco la grandinata è stata particolarmente violenta nell’area dei comuni di Gussola, Martignana e Casalmaggiore provocando danni alle piantine di barbabietole da zucchero in fase di crescita e alle orticole come gli spinaci, oltre che agli alberi da frutto in fioritura e alle serre con teli divelti e strappati". In provincia di Mantova "la tempesta ha danneggiato la fioritura della pregiata pera mantovana Igp flagellando la zona del Basso Mantovano compresa tra i comuni di Curtatone, Marmirolo, Cividale Mantovano, Suzzara e da San Benedetto Po a Sermide e Felonica. Nell’Alto Mantovano, invece, colpito Ponti sul Mincio nella fascia morenica. I nostri tecnici stanno monitorando la situazione in tutta la regione". E le preoccupazioni non sono finite, adesso si teme soprattutto in quota per l’abbassamento delle temperature. R.C.