Gavirate, maestra dell'asilo violenta: processo al via

Bimbi maltrattati: alla sbarra l'insegnante e la cuoca

Frame video maltrattamenti asilo di Gavirate

Frame video maltrattamenti asilo di Gavirate

Gavirate (Varese), 20 marzo 2019 – La maestra era stressata e quindi parzialmente incapace di intendere e di volere. Questo è quanto risulta dalla perizia super partes ordinata dal tribunale nei corfronti della responsabile ed educatrice dell’asilo nido “Imperare è un gioco”, a giudizio per maltrattamenti dei piccoli di cui avrebbe dovuto prendersi cura. La donna ha chiesto di poter accedere al rito abbreviato: la risposta arriverà in occasione della prossima udienza, fissata per il 23 maggio. L’altra imputata, ossia la cuoca dell’asilo, affronterà invece il dibattimento con rito ordinario in caso di rinvio a giudizio.

Il caso degli abusi ai danni dei piccoli alunni dell’asilo nido di Gavirate, che tanto ha scosso l’opinione pubblica, è arrivato ieri davanti al gup di Varese Alessandro Chionna. Alla sbarra la cuoca dell’asilo “Imparare è un gioco”, chiuso la scorsa primavera, e la responsabile della struttura che addirittura finì in manette e successivamente agli arresti domiciliari e che ora è in libertà. L’insegnante nonché responsabile della struttura è nella posizione più grave: se la cuoca è rea, per l’accusa, di aver taciuto, la donna è invece indicata come colei che maltrattava i piccoli arrivando, almeno in un caso documentato dalle videocamere nascoste dai carabinieri dopo la denuncia di alcuni genitori, a prendere a ciabattate uno dei piccoli. Fu dai comportamenti di alcuni bambini, suffragati da mezzi racconti abbozzati con timore in punta di labbra dai piccoli ospiti e arrivati alle orecchie dei genitori, che i carabinieri della stazione di Besozzo coordinati dalla procura della repubblica di Varese attivarono le indagini. Così vennero installate delle telecamere all’interno del nido.

Per il procedimento le fonti di prova che saranno valutate sono costituite da sommarie informazioni (quanto cioè riportato ai carabinieri), querele, e dai contenuti degli interrogatori di garanzia (quelli, cioè, fatti dai magistrati a seguito di misure cautelari). E poi ci sono le immagini delle “videocamere spia”: nel corso del procedimento penale serviranno a valutare il tono dei comportamenti contestati. Immagini – soprattutto quelle legate al lancio di oggetti come ciabatte, e quelle che a tutti gli effetti paiono come strattonamenti – che fecero il giro delle televisioni e dei siti web.

Fenomeno che come un fiume carsico ricorre nelle cronache e su cui anche la politica intende rispondere alle richieste di un movimento d’opinione che vuole l’installazione delle telecamere nei luoghi di cura come deterrente e garanzia di trattamento per gli ospiti più indifesi: anziani e piccoli. In tutto sono 31 le parti civili costituitesi. Si torna in aula tra poco più di due mesi.