Udienza-verità sul futuro del Casinò di Campione d’Italia

Dopo la recente pronuncia della Cassazione in tanti sperano nella riapertura. La parola al Tribunale fallimentare

Incontro con i sindacati

Incontro con i sindacati

Como, 18 dicembre 2020 - È fissata alle 16 l’udienza del Tribunale fallimentare di Como che dovrà decidere sul futuro della “Casinò Campione d’Italia Spa”, risorta o tornata “in bonis” come si dice in linguaggio giuridico, grazie alla pronuncia della Cassazione che ha riconosciuto la fondatezza del giudizio d’appello. I legali già ieri hanno fornito le loro memorie e oggi avanzeranno la richiesta di concordato preventivo cercando di dimostrare, conti alla mano, che solo riaprendo, la Casa da gioco può togliersi dalle spalle il maxi debito da 180 milioni.

Ci sperano anche i sindacati che lanciano un appello in nome dei lavoratori e della comunità di Campione. "Sono 486 i dipendenti del casinò licenziati, 86 i lavoratori comunali dichiarati in esubero, 10 le operatrici della materna licenziate, 4 gli addetti alle pulizie su appalto comunale rimasti senza lavoro – spiegano i delegati di Cgil, Cisl e Uil -. Questi sono gli effetti diretti della chiusura il 27 luglio 2018: quasi 600 inoccupati. Molti hanno terminato di godere delle coperture di sostegno al reddito. Presto la stessa sorte toccherà a chi ha beneficiato della cassa disoccupazione svizzera. Se consideriamo l’indotto i numeri delle attività chiuse e della contrazione dell’occupazione divengono esponenziali. Ciò fa più impressione se rapportato ad un Comune di 1961 residenti".

Il timore è che la crisi occupazionale sfoci in una tensione sociale che potrebbe esplodere, trascinata dagli effetti della pandemia. "Senza la riapertura Campione muore – concludono –. Serve un progetto che tenga conto della necessità di ricostruire il tessuto sociale e i servizi pubblici che in questi due anni sono andati sgretolandosi. Il recupero dei posti di lavoro ed una buona occupazione devono essere il punto centrale della ripartenza".