In Lombardia 16 impianti di risalita in bilico

Sui 255 censiti risultano funzionanti 225: 14 sono fermi, gli altri sotto valutazione. Nella regione record di funicolari: 6 su 10 sono ok

COMO Roberto Canali È bella e difficile da girare l’Italia, sarà per questo che la nostra nazione vanta tanti record quando si parla di mobilità: il numero di gallerie ad esempio, i viadotti, i ponti e anche le funivie e le funicolari che sono presenti un po’ ovunque lungo lo Stivale, Lombardia compresa dove anzi c’è la più grande concentrazione di queste strutture. Non c’è praticamente provincia montana che non abbia i suoi impianti e solo parlando di funivie, seggiovie, sciovie e cabinovie l’elenco tenuto da Regione Lombardia annovera ben 255 impianti, 225 perfettamente funzionanti, uno demolito in Valmalenco in provincia di Sondrio, un altro in corso di demolizione a Borno in Valcamonica, altri 14 non funzionanti e i restanti senza dicitura, alcuni dei quali in corso di valutazione per la riattivazione. Diversi impianti sono nuovi, altri hanno anche un secolo di vita costruiti tra la fine dell’800 e gli anni ’60, quando la nascita del turismo prima e il benessere legato al boom poi hanno consolidato il rito della gita fuori porta, negli anni consacrata ad abitudine durante il weekend. Sono nate in questo modo anche le funicolari che anziché essere sospese per aria viaggiano su rotaia, trainate in salita da un sistema di funi di acciaio. Anche in questo caso è la nostra regione a vantare il record di questi impianti: dieci di cui sei regolarmente in funzione e uno in fase di riattivazione, la funicolare di Lanzo d’Intelvi in provincia di Como costruita nel 1907 e dismessa nel 1977. Del resto sul Lario questo tipo d’impianti è di casa, a partire dalla funicolare che collega Como a Brunate dal 1894 diventata negli anni una vera e propria attrazione turistica tanto che a gestirla c’è il personale di Atm. L’impianto è stato completamente revisionato il mese scorso, per una spesa di 850mila euro la metà dei quali finanziati da Regione Lombardia. È invece in attesa di riprendere le sue corse la funivia della Valle d’Intelvi che collega Argegno a Pigra, ferma dal gennaio scorso per alcuni interventi di manutenzione che si sono prolungati con una nuova richiesta di verifica tecnica dopo la tragedia del Mottarone. «Gli impianti sono costantemente sottoposti alla necessaria manutenzione, ricollaudati ogni anno e sottoposti a scadenze prefissate a revisione e rinnovo – ricorda Franco Torretta, presidente dell’Anitif, Associazione Nazionale Tecnici Impianti Funiviari –. Per questo gli impianti a fune sono, in Italia e nel mondo, tra i mezzi di trasporto più sicuri". Di certo dopo l’incidente di domenica si annunciano controlli ancor più severi e tanti impianti, molti dei quali prossimi a riaprire con l’aiuto della Regione, rischiano di rimanere fermi al palo.