Frontalieri in allarme: rischiano di pagare una tassa di ingresso di 500 franchi l’anno

Canton Ticino in Svizzera, caldeggia il provvedimento la Lega dei Ticinesi che punta a limitare l’ingresso in auto. Ma il blocco è in contrasto con il Trattato sulla libera circolazione di Schengen

Dogana Ponte Chiasso

Dogana Ponte Chiasso

Como - Non bastava il carburante alle stelle, adesso i frontalieri rischiano anche di dover pagare una tassa di ingresso di 500 franchi l’anno, pari a oltre 500 euro. A caldeggiare il provvedimento la Lega dei Ticinesi che già in passato, a più riprese, aveva chiesto di porre un limite all’ingresso in auto dei frontalieri. "Secondo l’ultimo rilevamento l’87% dei permessi G viaggiano da soli in auto – interviene Lorenzo Quadri della Lega dei Ticinesi - Nel 2018 le vetture con a bordo un solo lavoratore erano il 78%, quindi la situazione peggiora invece di migliorare. La rete viaria del Canton Ticino non è dimensionata per fare fronte all’invasione da sud a cui assistiamo da 20 anni. In questo lasso di tempo la popolazione della Svizzera è letteralmente esplosa.

È evidente che il numero di frontalieri continuerà a schizzare verso l’alto, anche a seguito della crisi internazionale oltretutto il franco forte rende il lavoro in Svizzera ancora più attrattivo. Un motivo in più per istituire la tassa d’entrata per i frontalieri, proposta dalla Lega già anni fa". Finora il provvedimento non è mai stato preso in considerazione da Berna perché in contrasto con il Trattato sulla libera circolazione di Schengen, recepito con accordi bilaterali anche dalla Svizzera. La Lega dei Ticinesi però non si arrende e propone di istituire una gabella di 500 franchi l’anno a carico dei 76mila frontalieri lombardi. "Il provvedimento premetterebbe di ottenere un gettito di oltre 40 milioni di franchi l’anno da investire per la manutenzione delle strade".