Como, raccolta di firme e flash mob contro il sindaco

Centinaia di comaschi in coda ai gazebo di Adesso Como e Lega, solo il Pd fanno quadrato con Lucini

Il flash mob di M5S in piazza Cavour

Il flash mob di M5S in piazza Cavour

Como, 12 giugno 2016 - Acque agitate, anzi agitatissime sul lungolago dove a tenere banco è sempre l’affaire paratie. E se la procura almeno per un giorno si è fermata, a rivendicare il ruolo di protagonista è stata la politica, soprattutto grazie alle opposizioni che hanno scelto la piazza per raccogliere le voci contro il sindaco Lucini. «Sono arrivati in tanti a firmare - spiega Alessandro Rapinese di Adesso Como - e noi continueremo a dare voce ai cittadini finché il sindaco non deciderà di andarsene. La raccolta di firme è solo il primo passo, siamo pronti a organizzare manifestazioni di protesta».

Un po’ la replica di quello che accadde quando a Palazzo Cernezzi c’era Stefano Bruni, con la differenza che questa volta a scendere in piazza è il Centrodestra. E se Rapinese ha scelto di distribuire delle cartoline con il logo della sua lista, la Lega Nord si è portata sotto il gazebo un mazzo di fogli bianchi per raccogliere i pensieri, le proposte e le critiche dei cittadini. La palma dell’originalità al Movimento 5 Stelle che ieri sera, sfidando il maltempo, ha chiamato a raduno i comaschi in piazza Cavour, per un flash mob di fronte alle paratie che verrà messo presto sul web.

Un catena umana di persone che si sono prese per mano, quasi a voler simbolicamente abbracciare il lungolago deturpato dal cantiere. Se le opposizioni alzano la voce ed escono allo scoperto, in casa Pd il processo a Mario Lucini è già iniziato, ma a porte chiuse, con la riunione della segreteria provinciale che venerdì sera si è confrontata anche sul caso paratie e la decisione del sindaco di non ricandidarsi nel 2017. La frizione è tra i renziani e l’ala più moderata del partito, che però a Como è predominante. Il segretario cittadino, Stefano Fanetti, ha scongiurato almeno per ora il commissariamento, ma da qui alle elezioni dovrà lavorare a stretto contatto con la segreteria provinciale. Il termometro della politica è destinato a farsi incandescente in vista del 20 di giugno, quando a Palazzo Cernezzi verrà presentata la mozione di sfiducia firmata da 12 consiglieri di minoranza, ma soprattutto da Eva Cariboni di Amo la mia città, uscita dalle file della maggioranza e da Gioacchino Favara del Pd. Anche se i numeri non sembrano esserci, grazie a Paco Sel che ha annunciato il suo sostegno al sindaco pur non risparmiandogli critiche, la seduta promette di trasformarsi in un processo pubblico a Mario Lucini. Al netto di eventuali franchi tiratori.