Finanza e lavoro nero, multe nel Comasco

Molte le irregolarità emerse in provincia dai controlli delle Fiamme Gialle

Guardia di finanza

Guardia di finanza

Prosegue incessante l'impegno della Guardia di Finanza di Como, volto alla tutela della collettività e della legalità economico-finanziaria nonché alla prevenzione e repressione delle violazioni in materia di “lavoro sommerso”. Le Fiamme Gialle lariane, nei giorni scorsi, hanno scoperto 2 lavoratori impiegati in “nero” e 5 irregolari. I Finanzieri della Compagnia di Erba, in un bar di Inverigo, hanno scoperto un lavoratore irregolare di nazionalità italiana e, successivamente, in una pizzeria sita nel comune di Cabiate, hanno trovato, intento a prestare la propria opera, un lavoratore in “nero” di nazionalità egiziana. Un altro lavoratore in “nero”, di nazionalità italiana, veniva individuato in un bar di Cantù. Nei confronti dell’esercizio canturino, è stata richiesta la sospensione dell’attività in quanto, nel giorno dell’intervento, i lavoratori in nero accertati superavano la soglia del 10% della totalità dei lavoratori impiegati. Nel contempo, i Finanzieri del Gruppo Como, nel capoluogo lariano, hanno scoperto 4 lavoratori irregolari, tutti di nazionalità italiana, intenti a prestare la loro opera due in un ristorante e due in un bar.

Le Fiamme Gialle comasche hanno eseguito, inoltre, 530 controlli in materia di green pass, resi obbligatori, a partire dallo scorso 6 agosto, per poter usufruire di taluni servizi all’interno di attività commerciali, quali bar e ristoranti al chiuso. In particolare, è stato effettuato il controllo di 60 esercizi commerciali, riscontrando 4 irregolarità (2 datori di lavoro e 2 clienti). Sono stati, inoltre, scoperti 2 soggetti che, positivi al Covid-19, avevano violato la quarantena obbligatoria. Dei 60 esercizi controllati, 2 sono stati sanzionati in quanto sprovvisti dalla cartellonistica Covid-19. L’attività delle Fiamme Gialle s’inquadra, in particolare, in due dei principali obiettivi perseguiti dal Corpo: arginare la diffusione dell’illegalità e dell’abusivismo nel sistema economico, a tutela delle imprese e dei professionisti che operano nella piena e completa osservanza della legge e tutelare proprio la parte più debole in un rapporto di lavoro, ovvero i lavoratori. Questi ultimi, infatti, lavorando in “nero” o in maniera irregolare, non vedono riconosciuta alcuna copertura previdenziale e assicurativa, con gravissime conseguenze sia sulle legittime aspettative di maturazione dei requisiti pensionistici, sia sulle garanzie in tema di infortuni sul lavoro.