Non vede la figlia dal 2016, l’Italia: ridate la bimba al papà

Como, la madre la portò in Russia

Ancheil sindaco e molti abitanti del paese parteciparono alla camminata in solidarietà di papà Marcello

Ancheil sindaco e molti abitanti del paese parteciparono alla camminata in solidarietà di papà Marcello

Limido Comasco (Como), 5 luglio 2018 - Papà Marcello ha vinto in Italia la grande battaglia per riavere la sua bambina. Ma la sua guerra non è finita, proseguirà in Russia. Il tribunale di Como ha disposto l’affidamento esclusivo a Marcello Ienna, 48 anni, autista di Limido Comasco, della figlia Margherita, 5 anni a settembre, nata dall’unione dell’uomo con una donna russa. La bambina viene collocata presso il padre. È il 12 agosto del 2016 quando l’ex compagna di Ienna parte per la Russia portando con sé la piccola Margherita per quella che dovrebbe essere una vacanza in casa della nonna, fino al 30 agosto. Madre e figlia non fanno ritorno a casa. Marcello Ienna inizia l’azione legale.

Il decreto con cui i giudici della prima sezione civile hanno accolto il ricorso di Ienna per l’affidamento esclusivo della figlia si basa une serie di considerazioni. La bambina si trova tuttora in Russia «a causa del comportamento ostruzionistico della madre, la quale ha deciso autonomamente e senza alcun consenso da parte del padre di rimanere nel Paese d’origine». «La minore risulta essere nata in Italia, ove, oltre ad aver fissato la residenza abituale, frequentava l’asilo nido, intrattenendo ottimi rapporti relazionali con i compagni e le insegnanti, nonché luogo in cui trascorreva il tempo libero con i nonni, gli zii ed i cugini, fissando, pertanto, il centro dei suoi interessi nel Comune di Limido Comasco». La domanda di Ienna deve essere accettata, tenuto anche conto della «condotta, altamente lesiva dei diritti della figura paterna», tenuta dalla ex compagna. I servizi sociali regoleranno gli incontri madre-figlia. Il decreto è stato trasmesso al consolato italiano in Russia.

Non finisce qui, tutt’altro. Ci sarà ancora molto da combattere. «Sono due anni - dice Marcello Ienna - che non vedo mia figlia, so che ha disimparato l’italiano. Adesso dovrò trovare un avvocato russo e fare ricorso al tribunale di Izhevsk, nella regione di Ludmurtia. Sarò costretto a sostenere un spesa di almeno 36mila euro, dopo tutte quelle che ho avuto finora, compresa la casa che avevo acquistato per viverci con la mia compagna e nostra figlia. In questi casi il trattato dell’Aja dice che se la procedura viene completata entro un anno, il figlio deve essere rimpatriato. Qui di anni ne sono trascorsi purtroppo due e non per colpa mia. Se il giudice russo sarà contrario o non deciderà, io non riavrò la bambina e sarà il giudice a stabilire le modalità con cui potrò vederla. Io spero che il giudice russo capisca la situazione, recepisca la decisione del tribunale di Como e mi restituisca mia figlia. Una cosa tengo a dire: non voglio assolutamente separare la bambina da sua madre, che ha tutto il diritto di vederla».

Marcello ha avuto accanto a sé l’associazione “Sos Italia libera”, con il presidente Paolo Bocedi e gli avvocati Majeva Catalano, Giuseppe Ferrara, Massimiliano Lanci. Il 22 luglio di un anno fa una fiaccolata ha sfilato in serata per le vie di Limido. «Marcello e io - dice Bocedi - andremo a prendere la bambina. L’abbiamo già iscritta alle scuole materne di Limido. Le autorità russe non potranno non consegnarcela dopo il pronunciamento del tribunale di Como. L’avvocato Catalano e io abbiamo già preso contatto con il nostro ministero degli Esteri».