Casi di aggressioni al personale sanitario in aumento, ma il numero potrebbe essere anche molto più elevato di quello rilevato dagli enti competenti. La fotografia più completa del fenomeno è quella che arriva dall’Inail che, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti dei lavoratori sanitari e socio-sanitari (12 marzo) ha reso noto che tra il 2016 e il 2020 ci sono stati più di 12mila infortuni legati a violenze, aggressioni, minacce in tutta Italia. In media, si parla di 2.500 l’anno, di cui il 55% ai danni di infermieri ed il 25% verso Oss. Solo il 5% riguarda i medici, ma il dato è in difetto perché sono esclusi liberi professionisti come i medici di base, pediatri, medici di guardia, personale del 118. Secondo il sindacato Anaao, il 55% dei medici ospedalieri ha subito almeno un episodio, ma il 48% di coloro che hanno avuto un’aggressione verbale ritengono l’evento abituale, il 12% inevitabile. "I numeri sono sottostimati – commenta Tiziana Candusso, coordinatrice della Commissione pari opportunità dell’Ordine dei medici di Brescia – manca anche chi non denuncia, per tutta una serie di ragioni".
Cronaca"Fenomeno sottostimato, in tanti non denunciano"