Fanghi nell’inceneritore. Anche il Comune di Como si mette di traverso

Dopo gli ambientalisti anche l'amministrazione critica il progetto di Acsm-Agam. A preoccupare sono l’aumento del traffico di mezzi pesanti e le immissioni

Fa discutere la proposta di ampliamento del termovalorizzatore de La Guzza

Fa discutere la proposta di ampliamento del termovalorizzatore de La Guzza

Como - Fa discutere e divide a Como la proposta di Acsm-Agam, proprietaria del termovalorizzatore cittadino, di aggiungere una terza linea dedicata allo smaltimento dei fanghi da depurazione. Un investimento da oltre 50 milioni di euro che l’azienda spenderebbe volentieri per potersi assicurare lo smaltimento dei fanghi provenienti dagli impianti di depurazione delle province di Sondrio, Lecco, Varese. Monza e Brianza oltre naturalmente a Como. Meno di 80mila tonnellate l’anno pari all’80% della produzione totale. Un affare da centinaia di milioni di euro, ragionando in prospettiva, che per ora ha raccolto più contrarietà che risposte favorevoli in città. Nettamente contrarie le associazioni ambientaliste che erano in attesa della chiusura della seconda linea dell’inceneritore, annunciata gli anni scorsi, e hanno preso malissimo la richiesta di poteziare l’impianto. 

"In una Regione con un’eccedenza di impianti di incenerimento di rifiuti, più che sufficienti rispetto al fabbisogno, una politica compatibile con l’ambiente non può permettere che se ne aggiungano di nuovi ma si deve programmare la chiusura degli impianti più vecchi - si lamentano Legambiente, il Circolo Ambiente, Fridays for Future, Wwf e Arci - Non comprendiamo perché Como si sia candidata per la gestione di oltre l’80% dei fanghi provenienti anche dalle province di Sondrio, Lecco, Varese e Monza Brianza".

Ad avanzare dubbi alla Regione, cui spetta la potestà di autorizzare o meno l’ampliamento, ci ha pensato anche il Comune di Como, attraverso una serie di osservazioni tecniche che sollevano parecchie perplessità sull’intervento. "Nella descrizione dell’obiettivo generale del progetto non si rileva alcun riferimento all’analisi del quadro delle esigenze del territorio - si legge nella nota inviata al Pirellone - Tale analisi è fondamentale per far ben comprendere gli obiettivi generali da perseguire attraverso la realizzazione dell’intervento, i fabbisogni territoriali e collettivi posti a base dell’intervento proposto". A preoccupare il Comune è anche l’incremento del traffico di mezzi pesanti alle porte della città e le immissioni, in termini di odori molesti, dei fanghi che dovrebbero essere lasciati essiccare prima di venire utilizzati. "Si ipotizza un incremento di traffico di circa 3.996 automezzi all’anno derivanti dall’attivazione della terza linea, oltre ai già 15.400 automezzi derivanti dall’impianto di selezione rifiuti da raccolta differenziata preesistente. Non risultano invece documentati i volumi di traffico generati dalle linee attuali 1 e 2 - si legge nella relazione -. Inoltre è necessario analizzare e descrivere anche le eventuali emissioni di odori derivanti dai fanghi trasportati dagli automezzi".