Museo di Erba, mummie sotto esame per restituire un volto

I reperti custoditi verranno ricostruiti con immagini 3D

Dopo secoli di oblio è venuto il momento di scoprire tutto sulle mummie di Erba

Dopo secoli di oblio è venuto il momento di scoprire tutto sulle mummie di Erba

Como - ​Sarà la scienza a restituire la parola alle mummie del Museo Civico di Erba: una testa, una mano e un piede che un tempo si pensava appartenessero a un solo soggetto e invece sono i resti di tre persone distinte. Riportate in Italia dal marchese Francesco Majnoni d’Intignano come souvenir dei tempi in cui fu Console Generale d’Italia al Cairo, i resti risalgono a 3mila anni fa quando nell’Antico Egitto regnava la XXII dinastia dei faraoni. Dopo secoli di oblio è venuto il momento di scoprire tutto sulle mummie di Erba grazie al contributo del Comune, la Fondazione provinciale della Comunità Comasco, il Rotary Club Erba Laghi e l’Università di Milano e il centro ricerche Mummy Project specializzato nello studio delle mummie di esseri umani e animali. "Grazie alle ricerche che si effettueranno, esse potranno raccontare molto. Scopriremo un po’ della storia delle persone che sono state, la loro identità, l’età, il sesso, ma forniranno anche preziose informazioni sulle tecniche di imbalsamazione e sugli ingredienti usati – spiega Clelia Orsenigo, conservatrice del Museo di Erba - Le mummie saranno sottoposte a specifiche indagini: TAC, endoscopia e successivamente ad analisi chimiche e fisiche. Le indagini saranno svolte nel rispetto delle loro integrità. In futuro, si potranno restituire le sembianze alla testa di mummia con una ricostruzione forense del volto".

A indagare sui resti sarà un’equipe composta da Sabina Molgora egittologa e direttore del Mummy Project, l’antropologa forense Chantal Milani, osteorcheologa Francesca Motta, Elena Lancetti e Stefania Bottazzi, le restauratrici Elena Rossi e Cinzia Oliva ai quali si aggiungeranno i radiologi Valentino Rubetti e Andrea Vacis. "Il primo passo sarà effettuato presso la Gemini Rx di Travagliato, in provincia di Brescia, dove le nostre mummie saranno sottoposte a una Tac. Mentre i raggi X forniscono solo immagini dimensionali, le scansioni della Tac generano immagini 3D che consentono di esaminare molto bene i reperti, nei loro più piccoli dettagli, manipolandoli come se li avesse in mano. Si possono creare dei modelli 3D ed effettuare autopsie virtuali, senza quindi toccare e danneggiare le mummie". Poi sarà la volta di una endoscopia laparoscopica compiuta dal professor Pasquale Capaccio che insegna Otorinolaringoiatria Università degli Studi di Milano. Grazie a un sottile tubo dotato di pinze e telecamera, saranno prelevati all’interno della testa di mummia campioni di ossa, materiali organici e inorganici e bende. Poi sarà la volta dei prelievi che verranno sottoposti ad analisi chimiche e fisiche per stabilire lo stato di conservazione delle mummie, le sostanze utilizzate durante il processo di mummificazione e datarle.