Emergenza clima: lago di Como ai minimi, è guerra coi campi

Mancano pochi giorni alla primavera e i turisti in arrivo da tutto il mondo si troveranno di fronte un bacino già in affanno

Lago di Como in affanno a causa della siccità

Lago di Como in affanno a causa della siccità

Como, 15 marzo 2019 - Mancano pochi  giorni alla primavera e i turisti in arrivo da tutto il mondo si troveranno di fronte un Lario già in affanno. L’inverno è stato poco piovoso e il livello delle acque del lago è molto basso, -23,8 centimetri sotto lo zero idrometrico di piazza Cavour e come se non bastasse i bacini artificiali della Valtellina sono pieni solo al 20% della capienza e di neve in montagna quest’inverno se n’è vista poca.

«Non sono ottimista per quel che potrà capitare nei prossimi mesi – sospira Luigi Lusardi, presidente dell’Autorità di bacino del Lario e dei Laghi minori –, già l’anno scorso ci siamo trovati a fronteggiare l’emergenza del lago basso e quello prima non era andato meglio, ormai non si tratta più di fenomeni episodici dobbiamo accettare che questi sono gli effetti del cambiamento climatico. Purtroppo le risposte degli enti pubblici sono ancora legate a vecchi schemi e in generale molto lente, basta pensare alle paratie che verranno costruite per contenere piene del lago che presumibilmente non si verificheranno mai più. Queste cose le dicevo più di dieci anni fa, prima che partisse il cantiere, ma nessuno mi ha ascoltato».

Il lago basso paradossalmente rischia di fare ancor più danni di quello alto tra muri che si sbriciolano, problemi alla frega dei pesci e moli che diventano inutilizzabili perché le imbarcazioni non hanno pescaggio e toccano il fondo. «Occorrono lungimiranza e soluzioni condivise – prosegue Lusardi – quello che manca da noi dove a parole sono tutti d’accordo, ma poi quando si tratta di combattere certe battaglie in Regione o a Roma mi trovo da solo. È inammissibile che il lago di Como sia senz’acqua ma continui a essere tributario, per di più in maniera gratuita, alle esigenze dei consorzi agricoli della Pianura Padana mentre Milano, dove la falda si è alzata negli ultimi anni in maniera più che considerevole, ha un surplus d’acqua e non sa cosa farne. Utilizziamo la tecnologia per prendere l’acqua dov’è in accesso senza compromettere un biosistema come il lago di Como».

Un assist al presidente dell’Autorità di Bacino era arrivato anche da Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, che proprio parlando del Lario aveva messo in guardia dal rischio di una «guerra dell’acqua». «Gli scenari che abbiamo previsto per i prossimi decenni ci dicono che l’estate italiana diventerà molto più calda e asciutta, quindi inevitabilmente entreremo in una fase di maggiori conflitti per l’acqua – aveva spiegato il metereologo volto noto della tv –. Se ne può discutere in ogni modo, ma in ogni caso ne avremo di meno. Per questo dobbiamo imparare a gestirla in modo più concertato tra le varie istituzioni. Anche l’agricoltura deve cambiare».