Effetto Rapinese, partiti alla resa dei conti

Pd comasco e Minghetti accusati di essere troppo radical chic, a destra si parla di boicottaggio per la decisione della Lega

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di Roberto Canali

Mentre Alessandro Rapinese si prepara a raccogliere il testimone, e soprattutto i dossier più scottanti come la Ticosa e la piscina di via Del Dos, dal sindaco Mario Landriscina, centrodestra e centrosinistra cercano di riprendersi dal terremoto che li ha travolti dopo il voto di domenica. Entrambi i campi sono spaccati e com’era logico attendersi dopo la debacle che ha travolto entrambi gli schieramenti, è iniziata la resa dei conti. Nel campo del centrosinistra Barbara Minghetti ha dimostrato, ancora una volta, tutto il suo fair play complimentandosi con il suo avversario fin dalla notte di domenica quando, nonostante lo scrutinio era in corso, il distacco tra i due era apparso incolmabile. La sua sconfitta però, con un risultato peggiore rispetto al ballottaggio di cinque anni fa quando in corsa c’era Maurizio Traglio, ha dato la stura a tutti i mal di pancia e le divisioni che hanno accompagnato la campagna elettorale. Così alla Minghetti e al Pd sono piovute addosso da parte dell’altra sinistra le accuse di essere un po’ troppo radical chic e in sostanza di aver sbagliato campagna elettorale a cominciare dalla candidata.

"Rapinese ha vinto e il centro sinistra si è schiantato, imploso nei suoi giochi di potere, anche interni – l’ha toccata piano Adria Bartolich, candidata di Civitas e Bene Comune - La sinistra dentro la coalizione piallata; il PD cresciuto alle spese di Svolta Civica e tutto spostato sugli ex democristiani. Adesso tutta la colpa verrà data alla Minghetti, anche qui un dato simbolico, ma il problema viene da lontano, e Como, per una serie di ragioni storiche, anticipa sempre quello che poi succede altrove". Arrabbiato, ma per ragioni opposte, anche Maurizio Traglio di Svolta Civica che ha accusato il Pd di aver bruciato un’ottima candidata. Se a sinistra litigano nel centrodestra se le danno di santa ragione. A Forza Italia e Fratelli d’Italia non è infatti piaciuto la scelta della Lega di appoggiare Alessandro Rapinese, addirittura attraverso il segretario Matteo Salvini che ha parlato apertamente di "scelta sbagliata" accusando Giorgia Meloni di aver appoggiato Giordano Molteni a discapito di un Landriscina bis. Le critiche unite al fatto che a mancare nell’urna al primo turno siano stati proprio i voti della Lega, non è andata giù al resto della coalizione dove si parla, neppure troppo di nascosto, di boicottaggio. Tutto mentre si continua a meditare sulla possibilità di riproporre un ricorso per chiedere il riconteggio dei voti, infondo al primo turno tra Giordano Molteni e il neosindaco Rapinese ci fu una differenza di soli 102 voti.