Dopo lo stupro la polemica "Confiniamo gli irregolari"

Il sindaco indigna l’Italia chiedendo un giro di vite per chi è privo di documenti. Eppure secondo Como Accoglie il numero dei clochard si è dimezzato

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di Roberto Canali

Difficile censire in maniera esatta il numero di senza fissa dimora presenti in città. "Rispetto al passato sono sicuramente molti di meno - spiega Marta Pezzati, presidente di Como Accoglie, l’associazione che da anni insieme alla Caritas e alla galassia di volontari del Terzo Settore offre aiuto a chi vive in strada - Quelli che fanno riferimento ai dormitori variano tra i 100 e i 200, poi c’è ci sono quelli che dormono in strada". Una scelta obbligata per chi è senza documenti, o meglio è in attesa di una regolarizzazione che nell’Italia della burocrazia equivale a cadere in un vero e proprio limbo. "La maggior parte di loro sono stranieri, ma non si tratta assolutamente di clandestini, una condizione che non gli si addice neppure dal punto di vista giuridico". La maggior parte dei clochard che vive a Como infatti non si nasconde, al contrario vorrebbe emergere e inserirsi. "In inverno ad esempio, quando si può contare sui posti letto aggiuntivi del progetto Emergenza Freddo, il numero di chi dorme all’addiaccio si riduce notevolmente perchè alle persone non viene chiesto di esibire un lasciapassare o chiedere un permesso".

Inutile dire che anche i volontari di Como Accoglie sono sconvolti per la brutale aggressione nei confronti della clochard di origini bulgare che sabato sera è stata selvaggiamente picchiata e violentata da un altro senza tetto di nazionalità pakistana. "È un episodio gravissimo sul quale la giustizia dovrà fare il suo corso. Di certo però di fronte all’enormità di quel che è accaduto è riduttivo limitarsi a risposta di ordine pubblico". Quello che, almeno per ora, sembra intenzionato a fare il sindaco Alessandro Rapinese ieri impegnato a replicare alle accuse di razzismo e le critiche che gli sono piovute addosso da tutta Italia.

Colpa dell’intervista che aveva rilasciato all’indomani della violenza quando, riferendosi all’aggressore aveva detto che "chi non ha i documenti in regola" deve essere rimpatriato e, nell’attesa, può essere mandato "in ampie zone deserte della Barbagia che potrebbero ospitarli". Parole in libertà che hanno fatto arrabbiare praticamente tutto l’arco costituzionale tanto che l’ex segretario del Partito Democratico, Pierluigi Bersani, in un tweet ha definito quella del sindaco "inflazione di stupidaggini a tripla cifra". "Era un’iperbole - si è giustificato il sindaco - Spendiamo 4 milioni e mezzo per l’accoglienza dei minori non accompagnati, nessuno paga quanto noi. Siamo massacrati dalla gestione allegra dell’immigrazione: lo capiscano a Roma".