Danni e saccheggi alle auto parcheggiate Condannati in due

In abbreviato pena di due anni e 9 mesi per i giovani romeni

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di Paola Pioppi

Le macchine erano state danneggiate e derubate a raffica, la sera di sabato 4 aprile, parcheggiate a pochi metri dalla Questura. Un raid per il quale erano stati arrestati e finiti subito a processo per direttissimo Ionut Constantin, 18 anni e Florin Proca Mitroi, 26 anni, rumeni senza dimora fissa, accusati di furto e tentato furto aggravato, e resistenza a pubblico ufficiale. I due, domiciliati in una capanna alle spalle della Santarella, l’edificio abbandonato davanti alla Questura, avevano ottenuto i termini a difesa con obbligo di firma, ma erano spariti pochi giorni dopo, guadagnandosi così un’ordinanza di custodia cautelare e la dichiarazione di latitanza. Ora si è concluso il loro processo, celebrato con rito abbreviato: il giudice di Como Veronica Dal Pozzo, li ha condannati a 2 anni e 9 mesi di reclusione. La segnalazione dei furti che stavano commettendo, era arrivata verso le 20, quando una coppia che stava uscendo da un ristorante di viale Roosevelt aveva visto due uomini che spaccavano il vetro della loro auto, una Land Rover Defender. Uno dei due ladri era stato inseguito e raggiunto dal proprietario dell’auto, mentre l’amica chiamava la polizia, arrivata pochi attimi dopo. Mentre Constantin e Proca venivano bloccati, alcuni ragazzi facevano notare agli agenti della Squadra Volante altri veicoli danneggiati nel parcheggio lungo la strada: in tutto sette, di cui sei auto e un furgone, trovati con finestrini o lunotti infranti con un sasso. Alcuni proprietari erano stati subito rintracciati, tra cui tre poliziotti. In quasi tutte le auto erano stati commessi furtarelli di poco conto: monetine, un paio di occhiali, un orologio, telecomandi di apertura dei garage, documentazione fiscale e refurtiva simile, in parte non ritrovata. Constantin e Proca, incensurati, avevano ottenuto i termini a difesa dopo aver rifiutato una proposta di patteggiamento a tre anni di reclusione, ritenuta troppo alta, salvo poi sparire ed essere dichiarati latitanti e andare incontro a una condanna praticamente simile.